Il problema si era posto con Celina Mattei all'indomani dell'avvio della nuova stagione renziana con la creazione di Italia Viva: un consigliere comunale di Latina Bene Comune può contemporaneamente essere il coordinatore comunale di un altro partito, in questo caso di Italia Viva? In casa Coletta se l'erano cavata per il rotto della cuffia sostenendo che lo statuto del movimento di Lbc ammette la partecipazione di soggetti che fanno capo ad altre formazioni politiche purché condividano i principi etici di Latina bene comune. E ci può stare.
Ma Celina Mattei non era e non è soltanto una rappresentante di Lbc, è anche componente del gruppo consiliare del movimento che detiene la maggioranza che governa la città di Latina. E per dirla tutta, quando è nata Italia Viva, Lbc c'era già da un pezzo, da diversi anni, e dunque il quesito di partenza dovrebbe essere un altro: un soggetto appartenente a Lbc può andare in un altro partito restando però dentro il movimento? Per essere più chiari: uno di Lbc può fare come cavolo gli pare? La risposta deve essere necessariamente sì. Un sì convinto, perché quello di Celina Mattei non è il solo caso utile per un'analisi degli usi e costumi ellebiccini. Maria Grazia Ciolfi, ad esempio, si è sempre dichiarata grillina, e alle cinque stelle di Di Maio e soci ha pensato di aggiungerne una sesta, quella di Coletta e compagni. Non fosse che l'una e l'altra delle due consigliere sono state elette nelle liste di Lbc, e questo non consentirebbe loro di aggirarsi e agitarsi per l'intero universo politico. Ma è evidente che di ciò che pensano i cittadini e gli elettori, i loro compresi, se ne fregano. Eviterebbero altrimenti di andare a braccetto in consiglio comunale e di vomitarsi addosso ogni sorta di improperie una volta a casa seduti davanti al pc e connessi su questo o quel social di riferimento. Quando ha scritto che Renzi è un opportunista, la Ciolfi non deve aver pensato alla compagna di partito Celina Mattei, cosa che invece ha fatto Celina Mattei, gliene va dato atto, che non ha replicato alla sortita della collega. Magari lo ha fatto soltanto per imbarazzo, oppure perché ha finalmente capito in quale vicolo cieco è andata a cacciarsi, comunque è stata zitta. E ha lasciato che a rispondere fosse Giorgio Fiore, l'altro (sono in due sulla stessa sedia) coordinatore comunale di Italia Viva.
Il quale Giorgio Fiore, che non risparmia di suggerire alla Ciolfi di pensare al suo Di Battista invece che a Renzi, nulla dice però a proposito del fatto che la sua «cocoordinatrice» Celina Mattei condivide la posizione dell'altra all'interno di Lbc.
Per capire arriviamo anche a capire, dal momento che tutto ruota intorno al fatto che Lbc e Italia Viva e anche il M5S pensano e sperano di convivere appassionatamente nel campo largo del sentire democratico almeno per la durata della campagna elettorale che li accompagnerà fino al voto per le prossime amministrative del capoluogo. Ma farebbero meglio a darsi un minimo di regole.
Quello a cui ci fanno assistere è un bel casino, non c'è che dire, che non giova alla chiarezza, né personale dei protagonisti di questo teatro del ridicolo, né ai rispettivi partiti o movimenti di appartenenza, perché qui si è ben oltre la libertà di pensiero, di espressione, di autoidentificazione e di appartenenza. Siamo allo sberleffo, e soprattutto all'assoluto disprezzo della pubblica opinione, che li guarda, si interroga e li pesa.
Quanto a Italia Viva, capace di scalzare un governo e regalare al Paese la prospettiva Draghi, nella periferia che non ha mai battuto non sa togliersi di dosso neppure qualche granello di fastidiosa forfora.