C'è lei dietro la mozione che impegnava il sindaco a chiedere al Consiglio comunale di esprimere, parere contrario in merito all'ipotesi dell' impianto di stoccaggio di rifiuti inerti da realizzarsi in prossimità della strada Migliara 45. E dalle proteste in piazza alla battaglia in consiglio provinciale la consigliera comunale e provinciale Giovanna Miele del laboratorio Identità e Futuro non accetta di essere accusata di populismo, come ha fatto il sindaco Coletta rivolgendosi a lei e al centrodestra in consiglio comunale. Piuttosto è convinta che la vicenda dell'individuazione del sito di stoccaggio dei residui inerti sia stata gestita in maniera pessima dal sindaco ed è preoccupata per la piega che potrebbero prendere gli eventi, dal momento che la questione è ancora aperta. «Appare ovvio che la gestione integrata dei rifiuti con finalità di recupero energetico e di materie prime in provincia non può essere trattata in maniera marginale o residuale. Questo territorio ha subito un danno ambientale incalcolabile con la discarica di Borgo Montello che ha generato un netto e giustificato rigetto da parte dei cittadini rispetto al tema. Ci si aspettava da questa amministrazione un radicale cambio di marcia ed un impatto immediato e concreto sulla città già sul recupero e la gestione dell'igiene urbana; Cosi non è stato e la mancanza di risposte o i ritardi avvenuti lasciano Latina fanalino di coda per la raccolta differenziata in provincia».
Un traino che manca
Per Miele, che lo ha sostenuto anche in consiglio provinciale, il nostro capoluogo ha responsabilità importanti e deve rivendicare il ruolo centrale e di traino che merita, deve presentarsi al tavolo del comitato dei sindaci con una proposta ed un'idea di inequivocabile validità. «Non può succedere ancora – spiega - una volta quello che è accaduto con l'area identificata tra Borgo grappa e la Migliara 45, Rio Martino, Borgo San Michele. Quella scelta o non scelta ha dimostrato una carenza di conoscenza della vocazione territoriale di luoghi che di certo non sono adatti ad ospitare un qualsivoglia impianto. I tecnici lo hanno dimostrato, ma non di meno i cittadini e le parti politiche che lo hanno esplicitato. Più volte, ho sottolineato che questa amministrazione in alcun modo abbia mai palesato una qualche pianificazione o programmazione sul tema dell'impiantistica. L'individuazione di tale sito è avvenuta senza aver ragionato sul metodo, ma solo sull'emergenza. Emergenza che poteva essere arginata se all'indomani della delibera di consiglio provinciale del piano provinciale dei rifiuti ci si fosse messi a lavorare seriamente».
L'occasione persa della mozione
Per la consigliera il ruolo politico di proporre una mozione per scongiurare l'ipotesi azzardata nel comitato dei sindaci «era l'atto culminante di un'intenzione politica e tecnica inequivocabile che necessitava di un'unione d'intenti semplice. Le mozioni , le richieste di consigli comunali sono fatti, non le presunte "non verità" di cui il sindaco accusa le opposizioni». Oggi Lbc ha annunciato di volerne presentare una sua di mozione, ma non si capisce come mai si sia arrivati ad oggi per partorire un'azione concreta di questo tipo da parte della maggioranza. «In Consiglio comunale - spiega Miele - le minoranze hanno dettato i tempi ed i modi mostrando sensibilità e conoscenza dell questione. L'arroganza di Coletta e Latina Bene Comune sono sotto gli occhi di tutti e la bocciatura della mozione sta lì a dimostrarlo. In quell'atto era riassunta la cronistoria della vicenda e votarlo avrebbe sancito un macigno fondamentale su qualsivoglia progetto di discarica sul terreno di Borgo San Michele. Invece Coletta, che davanti ai sindaci della provincia ha lasciato un'apertura alla possibilità che quell'area fosse la scelta, davanti al Consiglio comunale e dunque ai suoi cittadini ha giustificato il suo comportamento come scelta obbligata e consequenziale ad un percorso iniziato». Per Miele l'obiettivo resta la cosa piu importante: dare seguito al PPR DEL 2018 dotando la provincia di autonomia nel rispetto delle normative e per farlo serve considerare come aree idonee a siti di stoccaggio edifici industriali dismessi in ottemperanza al consumo suolo zero o ex cave per riqualificare aree che oggi risultano essere ruderi meritevoli di poter avere nuova vita. «Un'altra verità va detta - conclude Miele - la città di Latina sta rischiando di subire un impianto sul proprio territorio non per questioni di metodo ma perché i sindaci degli altri comuni hanno fatto pesare il fatto che la percentuale di differenziata nel capoluogo è tra le più basse del territorio e Latina è la città che maggiormente necessità di un sito di stoccaggio. E questo grazie al fallimentare progetto di Abc che dopo oltre tre anni è ancora agli annunci dell'avvio della raccolta porta a porta». Miele si augura che «si lavori seriamente collaborando con tutti gli attori e quanti possano dare un contributo reale perché non si può più attendere lo studio di un'amministrazione che deve ancora decidere da dove iniziare».