«Il mio partito? Sono i cittadini di Latina, la mia città». Vincenzo Zaccheo è carico e forse anche pronto a gettarsi di nuovo nella mischia della politica. Non ufficializza nulla, ma l'idea c'è, considerando anche il panorama politico attuale in città. L'ex sindaco però non si riconosce in nessun partito pur restando legato chiaramente al centrodestra. «Anche se io, quando mi sono candidato sindaco, sono stato votato anche da gente di sinistra» ricorda con orgoglio. In oltre un'ora di chiacchierata tocchiamo i temi più disparati, dalle vicende giudiziarie da cui è uscito definitivamente all'attuale amministrazione che ha fatto poco per far crescere la città, passando per alcune di quelle idee che lui ha lanciato e il senno di poi ha riconosciuto come buone.


Il nome di Zaccheo continua ad essere presente quando si parla del futuro candidato sindaco del Centrodestra. I partiti la tengono in considerazione. Dunque che fa, si ricandida? E con quale partito?
Guardi io l'ho detto già nella conferenza stampa di qualche mese fa: sono a disposizione della città. Ho dato disponibilità a partecipare alla scelta del candidato sindaco. Le dico di più: ci sono anche associazioni che hanno costituito dei comitati per sostenere una mia candidatura a sindaco. Ma ho chiesto di aspettare, perché ho dato la mia parola di partecipare e aiutare nella scelta del candidato sindaco. Ma non è che il centrodestra può indicarlo a Ferragosto il candidato. Già s'è perso tanto tempo. Io sono a disposizione, anche con una lista.

Del resto, dell'unità del Centrodestra si parlò già nel 2018, durante la campagna elettorale delle Politiche quando lei e Giorgia Meloni siglaste una sorta di patto per riunire la coalizione. E a proposito di questo: ma lei ha firmato l'appello degli ex An per chiedere a Meloni di entrare nel Governo Draghi?
Non ho firmato alcun appello, non so perché lì ci sia la mia firma. Ma le pare che io possa dare consigli o dire cosa fare alla leader di un partito nazionale? Oltretutto un partito a cui non sono iscritto? Giorgia Meloni gode della mia stima, da tempi non sospetti. E' una leader capace. Nel 2018 ci fu un appello che lei mi lanciò ed al quale io risposi positivamente, in quanto aveva visto in me una figura in grado di contribuire al percorso unitario del centrodestra, necessario anche per vincere le elezioni politiche. Precisai che questo progetto potesse essere portato avanti nella speranza che tutti i partiti si depurassero di quelle tossine che hanno fortemente caratterizzato alcune stagioni politiche del passato.

Il suo distacco dalla politica attiva ha coinciso con il completamento della vicenda giudiziaria della Metro. Ma quell'opera, secondo lei, è ancora realizzabile?
Io aspettavo giustizia sulla vicenda della Metro. E l'ho avuta, anche col riconoscimento della bontà dell'opera. Il giudice ha inoltre scritto che l'ipotesi di reato era comunque circoscritta al 2011, quando io non ero più sindaco. Su quel progetto, la Metro, sono state dette tante bugie, tante imprecisioni. Il Mit, è notizia di pochi mesi fa, ha erogato 600 mila euro aggiuntivi per il collegamento tra la stazione e il centro della città. Il progetto della Metro è chiaramente valido e lo è ancora. Si deve realizzare. Ho portato milioni di euro per questa opera e ancora oggi il Ministero delle Infrastrutture lo considera valido e finanziabile. Si tratta inoltre di un'opera che è sostenibile dal punto di vista ambientale. Un collegamento tra il centro e la stazione ferroviaria e tra la stazione e il mare, che toglierebbe dalla strada migliaia di automobili che oggi invece intasano le vie per percorrere pochi chilometri. Questi sono progetti e investimenti che rendono moderna una città e per questo dico che la Metro va realizzata, ci sono tutte le condizioni per farlo.

Ci sono anche altre opere avviate durante la sua gestione che però sono rimaste nel cassetto. Pensa che siano riproponibili ancora?
La verità è che alcuni dei progetti che ho lanciato io sono stati ripresi e riconsiderati in questi anni. Posso fare l'esempio del porto di Foceverde. Io per primo l'ho lanciato, la Regione Lazio ora lo ha inserito nel piano regionale dei porti. E poi c'è l'ospedale a Borgo Piave: quando ero sindaco abbiamo fatto la delibera per individuare l'area e la realizzazione di questa importante opera. Adesso finalmente ci siamo e dovrebbe essere realizzata.

Insomma, il programma di Zaccheo per la campagna elettorale è pronto.
Ma guardi c'è molto ancora da fare per Latina, tanto. La città viene da cinque anni di sostanziale immobilismo. Sa cosa manca a Coletta, cosa non c'è stato in questi cinque anni di governo? La visione di città, un'idea di città. Manca la prospettiva. Per me Latina deve guardare al suo Centenario, che è dietro l'angolo e la futura amministrazione dovrà partire da qui. Io immagino un centro storico i cui palazzi di fondazione siano interamente dedicati all'Università. Palazzo M, ad esempio, con i suoi ampi spazi. E l'intendenza di Finanza che affaccia su piazza del Popolo. Se riusciamo a fare questo, ridiamo vita a un centro urbano che nei prossimi mesi soffrirà pesantemente la crisi economica innescata da un anno di Covid. Io immagino le strade del centro riempite di vita, dagli studenti. E anche le attività attorno vanno dedicate a questo mondo, con librerie, spazi per mostre, cultura. E invece della Ztl, trasformiamo il centro in una grande isola pedonale. Poi riprendiamo il discorso della Marina, dove serve una cosa in particolare: costruire il 14esimo borgo, quello Marinaro. Ma per farlo serve appunto una visione, serve pianificare l'urbanistica. Ripartiamo dal Concorso di idee per la marina per una vera riqualificazione. Riapriamo il teatro, che deve tornare a splendere come quando affidavo la direzione artistica a personaggi del calibro di Luca Barbareschi e Maurizio Costanzo. Non dimentichiamo che anche questa è stata Latina e che può tornare ad esserlo. Può ospitare le adunate degli alpini o i concerti delle grandi star, come Vasco Rossi o Tiziano Ferro. E' un caso che si siano svolti questi eventi, sotto la mia guida?

Il candidato sindaco del Centrosinistra, Damiano Coletta, ha detto che in questi anni, sotto la sua guida, Latina ha subito una nuova bonifica, quella dal malaffare e dagli intrecci della politica con la criminalità. Chiama in causa la sua area politica. Cosa risponde?
Per prima cosa finché sono stato io sindaco ho tenuto lontano certa criminalità dal palazzo. Ero io a richiedere continuamente la convocazione del Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, perché ero preoccupato per la mia città, per i miei concittadini. Ad ogni modo non ho bisogno di alcuna patente di legalità. La mia storia parla per me. E poi il ragionamento di Coletta è del tipo che la legalità appartiene solo alla sua parte politica, mentre gli altri, che etichetta come "quelli di prima", sono tutti delinquenti.