Mentre la destra si crogiola nello stato di perenne incertezza che la contraddistingue sul fronte elettorale e mentre alcuni outsider come Antonio Bottoni sono già scesi in campo, anche il cosiddetto terzo polo affina metodo e temi e chiama a raccolta gli indecisi per conquistare spazi, preziosi in questa fase di tentennamenti generali dove solo Coletta con le sue iniziative prende la scena. Non è un mistero che Azione e l'associazione Fare Latina con EvoLabor stiano costruendo una intesa larga basata su una filosofia alternativa alla dicotomia proposta da Lbc come l'unica narrazione possibile di questi anni: quelli di prima, sinonimo di regole larghe, sistema Latina e scarsa trasparenza e loro appunto, che hanno governato per cinque anni incarnando onestà e seguendo procedure legittime. Quello che Azione e l'associazione Fare Latina con Evolabor propongono invece, attraverso un metodo condiviso e pure nelle diversità di sfumature (Azione più decisa, Fare Latina ancora in via esplorativa), è una terza via con un confronto aperto a tutti coloro che vogliono una amministrazione capace di risolvere i problemi della città, con persone serie e competenti e attraverso parole dimenticate in questi anni, programmazione, trasversalità, dialogo, apertura alla competenza e alle istanze produttive della città.
Azione: programmazione e competenze
«L'onestà è un prerequisito di chi si propone per gestire le risorse pubbliche, ma evidentemente non basta - spiega Tassi – ci vogliono programmazione e competenza. Abbiamo iniziato con alcuni temi prioritari, stiamo elaborando delle proposte comuni con Fare Latina, come ad esempio il ciclo dei rifiuti, in particolare sugli impianti di trattamento dove siamo d'accordo che sia necessaria costituire una ATO a livello provinciale, oppure sull'annoso problema dell'erosione delle spiagge, dove è necessario programmare interventi condivisi con gli altri enti che garantisca soluzioni durature per dare una prospettiva agli operatori turistici, infine sugli impianti sportivi, che hanno urgenza di essere sbloccati. Intendiamo dare spazio alle persone e ai movimenti che abbiano a cuore lo sviluppo della città, la scelta della squadra deve essere uno dei punti nodali, lasciando ad una fase successiva l'identificazione di chi la guiderà, proprio per lasciare aperta ogni possibilità senza imporre un candidato, ma scegliendolo come momento di sintesi del progetto politico».
Fare Latina: sì al confronto
Concorda su questi temi anche la vicepresidente di Fare Latina Annalisa Muzio, che precisa: «Come sempre siamo pronti ad ascoltare e a confrontarci con chiunque abbia a buon cuore le sorti della città. Siano essi elementi del cosiddetto terzo polo, siano essi rappresentanti del centrodestra e del centrosinistra o civici tout court. Alla fine lo dimostra anche un esempio clamoroso come il governo Draghi, chiamato al capezzale dell'Italia per costruire un domani solido attraverso il superamento di uno steccato ideologico e aprendo di fatto a una collaborazione sinergica tra politici e tecnici: auspico che si esca dagli "steccati" di bandiera e si ragioni per temi, soluzioni e futuro, pur nel rispetto di casacche, scudetti e colori diversi. Come ci si avvia verso società multiculturali e multietniche dove sarà necessaria non la tolleranza ma la convivenza così diventerà automatico lo scambio e la collaborazione tra partiti, movimenti, associazioni, categorie». Muzio parla poi di grandi temi che tracciano il futuro di un territorio che – spiega - vanno condivisi perché segnano il futuro per medi e lunghi periodi: sul ciclo dei rifiuti è necessario creare un Ato provinciale, così come sulla strategia turistica e sulle politiche sportive, sulle scelte che riguardano i giovani e le politiche culturali, sulle opportunità che offre l'Europa perché non possiamo non prescindere dall'europeismo, sull'accorciare le distanze e i servizi tra centro, periferie e borghi, sulla realizzazione delle infrastrutture deve esserci condivisione e partecipazione ai massimi livelli».