Quel verso dell'Inno di Mameli secondo cui "schiava di Roma Iddio la creò", a Latina devono averlo preso un po' troppo alla lettera. E non stiamo parlando solo di chi milita nel partito che porta il nome dell'Inno "Fratelli d'Italia" ma anche degli altri, Lega e Forza Italia, evidentemente proni alle scelte romane. Latina come una succursale, senza autonomia e senza possibilità di dettare i tempi delle proprie scelte.

Il suicidio politico a cui stanno dando forma i parlamentari Claudio Durigon, Nicola Calandrini e Claudio Fazzone, ha dell'incredibile. La riunione per riprendere a parlare del candidato sindaco a Latina è stata rinviata ancora, in attesa di capire cosa succede a Roma. Ovvero, in attesa di capire se il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti abdica e sceglie di candidarsi a sindaco di Roma. A quel punto, si rimescolerebbe tutto, perché Lega e Fratelli d'Italia inizierebbero a discutere sulla scelta di candidato sindaco o governatore e Latina diventerebbe a quel punto una terza opzione, non più una seconda come adesso.

Ma ai cittadini, tutto questo, interessa? Ovviamente no. Quel che i latinensi capiscono, oggi, è che il centrosinistra guidato da Damiano Coletta è in campo, organizza eventi, presenta proposte e addirittura già lavora alle liste. Il centrodestra, invece, insegue le peregrinazioni romane di Claudio Durigon, impegnato a cercare quel nome che metta tutti d'accordo anche se fino adesso ha incassato tanti no e qualche ni. A Latina ci sono diversi papabili candidati sindaco, gente che aspira a farlo, che a giorni potrebbero rompere gli indugi e dare un'accelerata perché aspettare il Centrodestra mentre Coletta corre, non è più tollerabile. Dei tre leader solo Fazzone ha detto che è già tardi. Se poi ha anche provato a scuotere Calandrini e Durigon non è dato saperlo. Un centrodestra che continua a ripetere la litania dell'unità per nascondere l'assenza di idee e di classe dirigente in grado di guidare la coalizione.

Ora, addirittura, si pensa di temporeggiare ulteriormente in attesa che Zingaretti decida se si candida o meno a sindaco di Roma. Perché in quel caso, oltre agli appetiti per la poltrona di Governatore, ci sarebbero da discutere tutti gli equilibri delle candidature al Consiglio regionale, dove la fila è lunga. Alcuni esponenti del centrodestra dicono comunque che il tempo c'è, visto che si vota a ottobre. E in passato il candidato sindaco è stato scelto anche a due mesi scarsi dal voto. Vero, ma troppi dimenticano che a quel tempo il centrodestra amministrava mentre oggi viene da 5 anni di opposizione e sulla carta deve inseguire. E poi, una domanda, ai big del Centrodestra è d'obbligo: siete davvero sicuri di avere i voti per vincere le elezioni anche andando uniti? Per vincere servono le preferenze dei candidati consiglieri, non i simboli delle liste. Ma senza candidato sindaco, come fanno a iniziare i consiglieri a raccogliere voti? Magari, qualcuno, da Roma, glielo farà sapere. Perché da Latina c'è solo silenzio.