Se in politica contassero solo le parole e non i fatti e il riscontro puntuale degli obiettivi promessi, ieri il sindaco Coletta avrebbe accumulato «a occhi chiusi» un discreto credito di legittimità nell'incontro nei Giardini comunali per presentare la relazione di fine mandato, un lavoro di 134 pagine a cui ha lavorato tutta la struttura. Perché indubbiamente nel filo narrante seguito, per la prima volta diverso dal modo di raccontarsi di Coletta e arricchito di esperienze virtuose di città raccontate dai protagonisti, le parole hanno delineato un percorso che lo ha portato a definire Latina «una città dei diritti, casa di vetro, bella, efficiente, inclusiva, risanata, sicura, digitale». Così viene descritta anche nel libro ‘Latina è', un bilancio riassuntivo patinato e «politico» ad uso del cittadino per brevi testi e immagini diffuso ieri ai presenti. Un'operazione di marketing che doveva essere istituzionale, ma che naturalmente, nulla che non abbiano fatto altri prima di Lbc, lascia il posto al marchio di autoapprovazione.
Le parole del libro
Dopo i racconti di alcune esperienze presentati dalla giornalista Francesca Balestrieri come quelli di Marianna Frattarelli e Sofia Salviati di La.b (laboratorio nato a Latina da un percorso di inclusione rivolto alle donne vittime di violenza di genere), quelle degli economisti Davide Guizza e Simone Ionta e della general manager di Csc Paola Cosimi, la vicesindaca Paola Briganti le ha ribadite le parole chiave di questa amministrazione: «Storia, giovani, innovazione, cultura, scuola, università, inclusione, sicurezza, partecipazione, welfare, co-progettazione, salute, qualità, sostenibilità, rigenerazione, bene comune – ha detto – sono le direttrici su cui ci siamo mossi per raggiungere risultati sfidanti e trasversali, parole pensate non singolarmente ma che hanno attraversato tanti settori. Abbiamo declinato la città di tutti sulla mobilità sostenibile, andando in gara sul tpl, sull'efficientamento energetico con la gara sull'illuminazione che porterà ad una risparmio entro 9 anni, sul patrimonio, riqualificando luoghi ed edifici simbolo della città, portando avanti un nuovo modello di gestione del territorio e degli interventi di manutenzione e cura dei beni comuni su parchi marina, strade». Briganti di fronte al pubblico variegato composto di cittadini, rappresentanti istituzionali, consiglieri, associazioni di categoria, politici (tra gli altri il consigliere regionale Salvatore La Penna, con gli esponenti dem Giorgio De Marchis, Mauro Visari, Omar Sarubbo) e alla giunta cambiata quasi totalmente in questi 5 anni (tre gli assessori rimasti della squadra originaria, di cui erano presenti gli ex Capirci, Costanti e Caprì) ammette che «questa amministrazione ha avuto un progetto avviato forse in modo confuso senza avere subito una proposta costruita per inesperienza, ma abbiamo messo a disposizione il nostro limite nel rispetto di quella coerenza a noi stessi e alla città, un metodo che lasciamo come eredità».

Abc, il perno
Il caposaldo di questi cinque anni è stato Abc. Lo dice Briganti e lo dice Coletta. «La scelta di Abc è sorta sulle ceneri di una esperienza fallimentare e ne siamo usciti con 160 posti confermati, 50 precari stabilizzati, le guardie ambientali, i nuovi automezzi, e in futuro un 70% di differenziata a cui tendiamo con il porta a porta - spiega il vicesindaco e aggiunge il sindaco: «E' stata una scelta fatta in itinere e non preordinata, con i 30 milioni di debito lasciati con Latina Ambiente rischiavamo di dover gestire un disastro, ma la scelta del porta a porta in fase iniziale nei borghi e allo Scalo si sta dimostrando vincente, la cosa più emozionante da sindaco è stata vedere la commozione di 50 persone stabilizzate in Abc dopo il precariato».

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