Annalisa Muzio è un turbine che scuote il torpore della città portando di strada in strada, quartiere per quartiere, da un borgo all'altro, il messaggio della formazione politica che la sostiene, Fare Latina, e che l'accompagnerà nella scommessa di una candidatura che si preannuncia ispida, faticosa, ma per niente azzardata. Ostenta sicurezza, ha le idee chiare e una determinazione declinata sul registro della concretezza che la rende una macchina da guerra. Una macchina che semina forza e gentilezza, carattere e sorrisi.

In una intervista rilasciata a Latina Oggi e pubblicata domenica, il leader della Lega Claudio Durigon le strizza l'occhio. Cosa risponde?
«Apprezzo l'apertura e la serenità di Durigon, e rispondo che si potrà discutere di eventuali condivisioni e convergenze soltanto all'esito di un confronto costruttivo sui programmi e sugli obiettivi da inseguire per il futuro della città. Noi di Fare Latina non abbiamo mai fatto mistero della nostra disponibilità a confrontarci con chiunque dovesse o volesse mostrare il nostro stesso approccio all'idea di governo di Latina».

Cosa la divide dal resto della compagnia di centrodestra?
«Non avverto alcun motivo di divisione. Mi piacerebbe al contrario affrontare un percorso capace di mettere insieme diversi approcci su un unico obiettivo: l'interesse della città. E laddove la città i cittadini sono al centro del progetto, non può esserci né dovrebbe esserci divisione. In una prospettiva del genere tutti, a cominciare da noi, potrebbero fare un passo indietro e riconsiderare schieramenti, alleanze e modalità per superare la divisione».

Attualmente il suo programma non combacia con quello del centrodestra?
«Intanto non conosco il loro programma, e forse non può conoscerlo neppure lei, perché mi pare non ci sia ancora. Quanto al mio, ho già detto che la nostra priorità è fare in modo che l'ordinario la smetta di essere spacciato per straordinario. E mi riferisco alle strade da ripristinare e tenere in ordine, al verde, all'illuminazione e a tutti quei servizi essenziali che un'amministrazione seria e consapevole sa di dover seguire e monitorare ogni giorno. Poi vorremmo ripensare alla marina e progettare un sistema definitivo di collegamento tra la città e il Lido, fatto di uno sviluppo edilizio che sia il punto di saldatura che ci consenta finalmente di parlare e sul serio di città marinara e di turismo legato alla risorsa del litorale, legando tutto ad un brand finalmente nostro, di Latina, che sia capace di presentarci fuori dei nostri confini e in modo importante. Va poi riportata la cultura tra la gente, tutta e non soltanto le fasce privilegiate e più avvezze alla frequentazioni di teatri, musei e sale da concerto. E a fare da trait d'union tra queste aspirazioni deve esserci necessariamente l'università con il suo insostituibile bagaglio propositivo fatto non soltanto di idee, ma anche di freschezza e modernità, perché l'università è fatta soprattutto di giovani che rappresentano sempre e comunque la parte più vivace e costruttiva di una società che pensa».

Nelle cose che dice c'è molto di tutto quello che non è stato fatto in città da qualche decennio a questa parte.
«Una parte senz'altro. Ma non è tutto, perché un momento essenziale del nostro progetto di città è quello che vede in primo piano i borghi, che devono tornare ad essere centrali e protagonisti nella vita della città come lo sono stati fino agli anni ‘80. I borghi devono avere una loro rappresentanza nel consiglio comunale, come è sempre accaduto dal dopoguerra in poi, dall'avvento della Repubblica. Per intraprendere questa strada è necessario, all'inizio, istituire la delega ai borghi insieme alle altre su cui si regge l'architettura di governo di una città. Voglio dire che in Giunta, insieme all'assessore all'urbanistica e ai lavori pubblici, alla sanità e ai servizi sociali, alla cultura e all'ambiente, ci deve essere anche qualcuno che sia il portavoce delle istanze dei borghi e dei quartieri e che abbia il compito specifico di affrontare le problematiche che arrivano dalle periferie urbane, che sono una parte costitutiva del tessuto cittadino».

Lei corre per affermarsi, corre per la città o corre contro questa amministrazione e questo sindaco?
«Corro per tutto. Corro per affermare le mie idee e il progetto elaborato con Fare Latina. Corro per la città che vorrei fosse finalmente in linea con il modello di una città europea, giovane, smart, culturalmente vivace, attrattiva dal punto di vista turistico, in rete per favorire le aziende e gli investimenti, semplificata nelle procedure amministrative per facilitare l'inserimento di tutti, di chi è già qui e di chi viene da fuori per restare, primi fra tutti i giovani che vengono qui a studiare e che vorrebbero entrare a far parte del tessuto connettivo economico e sociale di questo luogo che hanno scelto. Non corro contro qualcuno, nemmeno contro Coletta che ha perso cinque anni in immobilismo e vuote quanto superate ideologie. Quello che mi ha tolto Coletta, me che sono orgogliosa e fiera di essere figlia di Latina, è l'orgoglio di essere rappresentata da questa compagine di governo cittadino. Una compagine inconcludente».

Se lo faccia chiedere: prima di Coletta lei si è sentita ben rappresentata?
«No, non mi ci sono sentita. veniamo da un lunghissimo periodo di inattività amministrativa ed è tremendo che una città bella e importante come la nostra, la seconda del Lazio dopo Roma, sia stata trascurata per decenni mentre il mondo corre all'impazzata. Dobbiamo riprenderci il presente guardando avanti e cercando di fare tesoro della direzione che Latina aveva imboccato già negli anni ‘70 con l'allora sindaco Nino Corona. Quello è il modello di un'idea moderna di governo che oggi non soltanto i cittadini, ma anche decine di validissimi imprenditori che tengono alto il nome di Latina reclamano, per tornare a sentirsi protagonisti in un territorio che ogni giorno contribuiscono a rendere produttivo, vivibile, sano, interessante ed economicamente importante».

Immagini di stare sul palco di un comizio in una piazza gremita di gente: scelga tre cose da dire ai suoi concittadini che la stanno ascoltando.
«Siate orgogliosi della vostra città. Abbiate fiducia nelle persone che mostrano passione e impegno nella cose che fanno. Abbiate coraggio nelle scelte».

Ci vogliamo abbandonare a un pronostico su cosa potrebbe accadere col voto di ottobre?
«Ma sì, abbandoniamoci volentieri al pronostico. Non so in competizione con chi, ma Fare Latina andrà al ballottaggio».

E' la promessa di Annalisa Muzio?
«Parola di scout. Anzi, parola di candidato sindaco».