«Se passa l'idea che in questa città non c'è più speranza, che siamo condannati a vivere con i debiti, è naturale che anche chi in passato ha rovinato Latina può sentirsi in diritto di ripresentarsi e chiedere il voto». Non ci gira intorno il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, così come il sindaco Damiano Coletta, protagonisti di un incontro in vista delle prossime elezioni, entrambi concordi che si deve andare al voto uniti con un unico obiettivo: sconfiggere il centrodestra, la forza che entrambi indicano come la colpevole di tutti i problemi della città. Su questo Coletta è stato chiaro: «In questi cinque anni ho dovuto ripulire la città dai problemi creati da quel signore che oggi si ripresenta come se nulla fosse». Non fa nomi il sindaco Coletta, ma il riferimento è chiaro: parla di Vincenzo Zaccheo.
«Vi siete accorti che grazie a Damiano Coletta, all'improvviso, Latina è tornata al centro della politica nazionale? - ha dichiarato Zingaretti - Questa città è diventata una frontiera, un modello di buona politica. Nei mesi scorsi abbiamo rischiato tanto, ossia di essere divisi e frammentati. Avrei rispettato tutte le scelte, ma ho sempre detto che se non avessimo sostenuto Damiano Colettta, non avrei mai più messo piede a Latina. Ma alla fine ha vinto l'unità anziché l'egoismo».
Durante l'incontro, aperto dalla segretaria del Pd Franca Rieti e dal candidato Leonardo Majocchi, Zingaretti è stato chiaro: «La posta in gioco è alta: ne va del futuro di Latina. Noi abbiamo scelto di andare avanti con Damiano (Coletta), che in questi cinque anni ha risolto problemi e innovato la città. È vero, i partiti di destra, quelli populisti, sono i migliori ad esporre i problemi delle persone, anche più di noi, ma sono i peggiori a risolverli. Il populismo è molto più semplice delle politiche popolari. Per questo noi diciamo no: chi ha rovinato Latina non può tornare a governare».