«È stato commesso un attentato alla democrazia, ma la mia attività politica continua». Parole di Maurizio Galardo, protagonista di una conferenza stampa, tenuta questa mattina all'hotel Europa, per discutere della sua esclusione dalla campagna elettorale. Non ha potuto partecipare, infatti, in qualità di candidato per il centrodestra e a deciderlo - come lui stesso spiega - è stato proprio Vincenzo Zaccheo, che faccia a faccia gli avrebbe affermato che «rivangare certe storie avrebbe creato un danno alla coalizione». Le "storie", in questo caso, sono le vicende giudiziarie che hanno visto Galardo protagonista, finite con una prescrizione che oggi, come lui stesso dichiara, lo rende tanto candidabile quanto chiunque altro. Anzi, forse anche più di Zaccheo, stando sempre alle parole di Zaccheo. «La mia vicenda è molto simile a quella del candidato sindaco: per entrambi si è conclusa con una prescrizione, ma nel mio caso si parla di poche centiania di euro, nel suo di cifre molto più importanti». Allora Galardo si pone una domanda: «Perché Zaccheo può candidarsi a sindaco e io non posso candidarmi a consigliere comunale?».
L'accusa, però, è anche nei confronti di Forza Italia, il partito in cui ha sempre militato e che non ha preso le sue difese, cosa che in realtà non sembra aver fatto nessuno nel centro destra.
«La giustizia non si commenta, si rispetta - conclude Galardo - ma mi è stata etichettata la fine pena mai. Anche se non sarò in corsa per il Consiglio comunale, che è per me un dispiacere, continuerà la mia attività politica, nonostante sia stata calpestata la mia dignità umana. Perché essere giudicato come impresentabile non è un riconoscimento alla verità».
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Lo sfogo di Galardo: "Sono presentabile quanto lo è Zaccheo"
Latina - L’ex vice sindaco commenta la sua esclusione dalla campagna elettorale: «Nessuno mi ha difeso»