Una trama semplice, lineare, quasi elementare quella messa in fila ieri mattina da due ex assessori alle Finanze del Comune di Latina, Marco Gatto e Alessandro Calvi. «E' ora di finirla con la narrazione dei duri e puri arrivati a rimettere in sesto i disastri finanziari di quelli di prima».

Hanno esordito così, Calvi e Gatto, nella conferenza stampa di ieri mattina, prima di passare a snocciolare i numeri della gestione finanziaria degli ultimi cinque anni a cura dell'amministrazione Coletta, con l'intento di raccontare ai presenti una storia diversa da quella che si va spendendo in questo scorcio di campagna elettorale.

«Quando il sindaco Di Giorgi lasciò il Comune nel 2015, nelle casse municipali c'erano 24 milioni di euro, e l'anno successivo, alla data del 31 dicembre 2016, cinque mesi dopo l'insediamento di Coletta, nelle casse del Comune di Latina c'erano 37 milioni di euro - ha spiegato Calvi - Alla data del 31 dicembre 2017 in cassa c'erano 44 milioni; alla fine del 2018 ce n'erano 51; al 31 dicembre 2019 c'erano 59 milioni e alla fine del 2020 ce n'erano 60. Sono numeri favorevoli, e lo erano anche prima della gestione dell'amministrazione Coletta, ma bisogna domandarsi perché un ente pubblico con tali risorse non si attivi in tempi ragionevoli a spendere quel denaro per fornire servizi a beneficio dei cittadini. Niente progetti, niente gare, niente opere. Dunque, questa amministrazione non è capace di spendere. E non lo dice Calvi, ma i Revisori dei conti del Comune».

Quello che dice Calvi, invece, è che se questa amministrazione ha potuto vivere, è anche grazie al lavoro fatto con serietà e giudizio da chi c'era prima di Coletta e dagli uffici guidati da persone molto competenti.

«Quanto ai debiti fuori bilancio, uno dei ritornelli di Latina bene comune, va spiegato che nei cinque anni di amministrazione Coletta sono stati pagati 19 milioni di euro di debiti fuori bilancio, mentre nei nove anni di gestione dell'amministrazione Zaccheo, cioè dal 2002 al 2009, sono stati pagati debiti fuori bilancio per 27 milioni di euro - ha precisato Marco Gatto - Lo dico perché a Coletta sfugge il concetto di continuità dell'azione amministrativa, e cioè del fatto che Zaccheo ha pagato debiti fuori bilancio risalenti agli anni ‘70, ‘80 e ‘90, e la stessa cosa accade oggi all'attuale amministrazione, ma nessuno può dare la colpa a chi c'era prima, così come domani sarebbe inopportuno prendersela con Coletta per i debiti fuori bilancio da pagare».

Poi le bordate sull'operazione scellerata dell'induzione al fallimento di Latina Ambiente, che sta costando al Comune all'incirca venti milioni di euro, stando alle stime della curatela che ne ha già chiesti e ottenuti la metà, e sulla incapacità di riscossione dei crediti per tributi non pagati (se ne riscuote soltanto il 43%), esponendosi continuamente al rischio della prescrizione ultraquinquennale e al danno conseguente dovuto alla perdita dei crediti vantati.

Ma la sferzata peggiore è quella che arriva dalla relazione dei Revisori dei Conti quando sottolineano che accanto all'apprezzabile situazione patrimoniale dell'ente, stona in maniera vistosa l'incapacità di attivarsi in tempi ragionevoli per programmare ed dare corso alle spese, perché la funzione di un Comune è quella di «erogare servizi a beneficio della collettività».

Ed su questa deriva che Marco Gatto e Alessandro Calvi volevano arrivare a fissare l'attenzione: «In momenti di crisi, mettere liquidità in circolazione è importante per l'economia locale. Qui invece i soldi si tengono fermi. Allora Coletta deve smettere di dire che ha risanato il Comune, perché in realtà, con la sua politica e la sua incapacità di gestione, ha affossato la città».