Matteo Coluzzi, Alessandro Cozzolino, Francesco Giri, Cristina Leggio, Giorgio Ialongo, Fabrizio Porcari. Per alcuni le motivazioni sono il mancato rinnovamento, per altri la delusione di non sentirsi rappresentati dall'attuale classe dirigente e dagli scenari politici, per altri ancora ragioni personali legate alla famiglia e alla voglia di staccare con l'impegni gravosi di rappresentare in consiglio una città capoluogo di provincia. Fatto sta che al voto del 3 e del 4 ottobre per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale di Latina mancheranno all'appello alcuni esponenti politici che hanno segnato la passata consiliatura, defezioni importanti di segretari politici e consiglieri comunali delle nuove generazioni che hanno espresso contenuti e portato avanti battaglie nei loro partiti e, nel caso di Leggio, nell'amministrazione uscente.

Con Alessandro Cozzolino, il quarto più votato nel Pd con 658 voti nel 2016 e Francesco Giri, il secondo più votato nella lista Lbc giovani con 472 voti sempre nel 2016, parliamo di due ex segretari dei due partiti, Pd e Lbc, che oggi viaggiano uniti e che loro stessi hanno contribuito in questi anni a consolidare dall'interno segnandone le alterne fortune. Alessandro Cozzolino in particolare dopo aver tentato la strada di un confronto con Lbc già ad inizio consiliatura (quando il segretario era Pietro Gava, anche lui scomparso da tempo dalla scena politica attuale) ha sempre poi condotto una opposizione tenace nei temi in linea con il suo partito e aveva annunciato la candidatura salvo poi smentirla a poche ore dalla presentazione delle liste adducendo motivazioni personali. Non sfugge però che lo stato generale del Pd, dopo l'accordo con Coletta sempre mal digerito da alcune frange dem e l'inchiesta sulla Asl, avrà avuto il suo peso sulla decisione soprattutto per chi non ha lesinato critiche all'attuale amministrazione.

Per Francesco Giri e Cristina Leggio, giustamente valorizzati all'interno di Lbc con i ruoli di segretario e assessore alla politiche giovanili ed Europa, ci sono state motivazioni personali dietro la scelta di non ricandidarsi, una decisione legittima ma che non mancherà di pesare sia in termini di voti (avevano portato alla causa di Coletta 985 voti) che di buone energie politiche e amministrative alla causa. In questo senso il Pd ha dovuto fare i conti con una vera e propria emorragia: con Cozzolino i primi cinque più votati della lista dem nel 2016 oggi o non si sono candidati (come Fabrizio Porcari, già eclissatosi nel 2016 nonostante i 690 voti raggiunti, poi uscito dal Pd nel 2017 per passare a Articolo 1) o sono passati ad altre formazioni politiche, come Massimiliano Carnevale e Cinzia Romano alla Lega e Nicoletta Zuliani, candidata sindaco. In tutto, quasi 3500 voti di preferenza.

Nel centrodestra pesa l'assenza dell'ex consigliere comunale Giorgio Ialongo, oggi in Fdi e campione di preferenze nel 2016 con oltre mille preferenze mentre ha deciso di non candidarsi restando nel dibattito politico con la sua "Generazione per Latina" Matteo Coluzzi in chiara polemica con la politica espressa dagli attuali schieramenti. «Ancora una volta hanno vinto il protagonismo e l'ambizione personale – aveva detto Coluzzi, tra i consiglieri comunali più promettenti della scorsa tornata amministrativa autore di battaglie e mozioni portate avanti e votate in consiglio- più candidati che progettualità, più velleità personali che futuro. Troppo spesso una trasversalità soltanto sbandierata o ancora peggio esibita come mera contrapposizione alle altre componenti ideologiche. Ed una grande parte di Città che si recherà alle urne "scegliendo il male minore" senza la convinzione di poter votare per un progetto e non soltanto per un cognome». Nella sue parole il segno dell'amarezza e della delusione che ha accomunato alcune di queste defezioni e la ragione profonda di un gap evidente: quello della politica cittadina di partiti e civici che non ha saputo investire sulla propria classe dirigente, formando potenziali fuoriclasse e lasciandoli soli senza un progetto e una visione di lunga durata. E senza una squadra.