La candidatura di Nicola Zingaretti al seggio parlamentare lasciato libero dal neo sindaco di Roma Roberto Gualtieri è più di una fascinazione. A quanto pare il Governatore del Lazio si sta convincendo dell'opportunità che ha davanti. Se fino a qualche giorno fa Zingaretti escludeva l'ipotesi, ora le cose sono cambiate anche in seguito ai recenti risultati delle amministrative.

E' chiaro che l'ipotesi abbia di fatto riacceso l'interesse anche nei partiti delle due coalizioni che adesso guardano con estrema attenzione quanto accadrà dalle parti della Pisana. Tempo per decidere comunque ce n'è parecchio. Zingaretti infatti attenderà l'esito delle elezioni per il prossimo presidente della Repubblica, che saranno calendarizzate nelle prime settimane di gennaio. Una partita, questa, che indirizzerà la scelta di Zingaretti. Infatti, l'eventuale elezioni alla presidenza della Repubblica di Mario Draghi, spingerebbe ad elezioni politiche anticipate e a quel punto Zingaretti procederebbe alle dimissioni per candidarsi e nel Lazio si voterebbe con le Politiche. Se invece Draghi restasse alla guida del Consiglio dei ministri, Zingaretti dovrebbe decidere se candidarsi nel collegio lasciato libero da Gualtieri a Roma, per il quale si dovrebbe votare ad aprile 2022. A quel punto manderebbe a votare anche la Regione Lazio per rinnovare Consiglio e presidenza.

Una mossa per nulla avventata ma giustificata da alcune considerazioni, tipo quella delle recenti vittorie registrate a Roma e Latina che Zingaretti e il centrosinistra vorrebbero capitalizzare. L'idea è poi quella di cementare ancor di più l'accordo con il Movimento 5 Stelle presentandosi alle regionali con un ticket formato da Alessio D'Amato, l'attuale assessore alla sanità sulla cresta dell'onda grazie ai risultati ottenuti nella sfida al Covid e Roberta Lombardi, la leader pentastellata nel Lazio. In questo modo il centrosinistra è convinto di potersi giocare la partita e riaprire una sfida che fino a qualche mese fa sembrava a totale vantaggio del centrodestra. Dal canto loro Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia sono consapevoli che da un momento all'altro si potrebbe scivolare verso le elezioni anticipate nel Lazio, tanto che nelle prossime riunioni della coalizione che dovranno definire, su richiesta di Matteo Salvini, le candidature per le amministrative dell'anno prossimo, si parlerà a margine anche del Lazio. Il borsino dice che Fratelli d'Italia è il partito che dovrà dare le carte rispetto alla candidatura. Quello della Meloni è il primo partito del centrodestra sia a Roma sia a Latina, pertanto è scontato che sul Lazio abbia delle legittime ambizioni. I nomi che si fanno sono quelli dei deputati Francesco Lollobrigida e Fabio Rampelli o quello della consigliera regionale Chiara Colosimo. Ma attenzione anche al ruolo di Claudio Fazzone. Il senatore pontino è un nome che non va mai messo da parte.

Sul territorio la voce di possibili elezioni anticipate ha ringalluzzito quanti, soprattutto nel centrodestra, erano rimasti delusi dall'anatra zoppa formata dal voto per le comunali. Le Regioni anticipate possono esser e un'occasione d'oro per il rilancio di intere carriere politiche.