Sono mesi che vanno avanti spendendo lo slogan dell'unità del centrodestra, e sembra non si rendano conto che chi li osserva ha già potuto annotare che il centrodestra pontino non è stato unito nella scelta del candidato sindaco per il capoluogo, non è stato unito nel voto del primo turno, non lo è stato nemmeno per il ballottaggio.

Oggi il centrodestra pretende di presentarsi unito al primo incontro con il sindaco Coletta, che avrebbe preferito avere contatti separati con ciascuno dei partiti che hanno sostenuto la candidatura di Vincenzo Zaccheo, ma la realtà è assai diversa dal messaggio che Durigon, Calandrini e Fazzone vorrebbero far passare.

Venerdì Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Udc e lista Zaccheo si sono incontrati per cercare di mettere a punto una linea di condotta da seguire senza tentennamenti nella trattativa con Coletta, ma la debolezza della coalizione è venuta fuori in tutta la sua portata. Al di là dell'orientamento condiviso da tutti sulla opportunità di dare a Coletta una chance di governo, purché accetti una serie di punti programmatici proposti dalla maggioranza consiliare, già nella discussione sulla scelta del nome del Presidente del Consiglio, carica che spetta alla maggioranza consiliare, si sono aperte le prime vistose crepe nel muro della coalizione.

Forza Italia sostiene che la presidenza del Consiglio comunale spetti di diritto a Vincenzo Zaccheo, intanto perché è stato il candidato del centrodestra per la corsa alla poltrona di sindaco, e poi perché in quanto ad esperienza e carattere è il profilo giusto per un incarico così importante. Ma anche se Lega e Fratelli d'Italia si sono inizialmente detti d'accordo con l'approccio azzurro alla questione, è bastato approfondire la discussione per capire che sia nel partito di Durigon che in quello di Calandrini ci sono forti resistenze a lasciar passare la linea dell'attribuzione a Zaccheo del ruolo di Presidente del Consiglio comunale.

Da una parte ci sono Giovanna Miele e Massimiliano Carnevale che avrebbero lasciato intendere che si asterranno dal voto nel caso in cui si arrivasse a proporre Vincenzo Zaccheo, manifestando così la loro distanza dal candidato sindaco che hanno sempre osteggiato; dall'altra parte ci sarebbe Raimondo Tiero, che forte dei suoi oltre 1500 voti di preferenza incassati al primo turno si ritiene di diritto l'unico e incontestabile candidato per la presidenza del Consiglio comunale. Nel corso della riunione, né Durigon né Calandrini pare abbiano saputo o potuto garantire che le posizioni personali sarebbero state ricomposte in nome dell'unità della coalizione.

Il che vuol dire che nel corso della prima assemblea della nuova consiliatura si capirà, stavolta con il conforto dei numeri, che non c'è unità di intenti e di progetti all'interno del centrodestra. Se il candidato per la Presidenza sarà effettivamente Vincenzo Zaccheo, è improbabile che possa intascare i 19 voti che servono per dire all'elettorato moderato e alla minoranza che fa capo a Damiano Coletta, che il centrodestra ha trovato la misura per presentarsi unito e determinato all'appuntamento con l'insolita stagione di un'amministrazione capovolta che vede la maggioranza consiliare all'opposizione di un sindaco che non ha i numeri per governare.

Questa debolezza congenita del centrodestra, è un toccasana per i progetti politici di Damiano Coletta, che se non verrà messo alle corde da un avversario che ha la maggioranza in tasca, potrà agevolmente barcamenarsi senza assumere grossi impegni con la destra, mantenendo così immacolato il suo profilo di sindaco poco avvezzo alle concessioni ad un compagno di viaggio, il centrodestra, che per l'intera campagna elettorale ha deliberatamente coperto di accuse anche pesanti.

E non è escluso che in questo scenario denso di sfumature e di incertezze il sindaco abbia già incassato da un numero sufficiente di consiglieri, magari anche da un intero partito, la garanzia di un sostegno esterno che si manifesterà soltanto in occasione del voto su questioni decisive per le quali il Consiglio comunale sarà chiamato a decidere. Un accordo per la sopravvivenza dell'amministrazione Coletta bis piuttosto che un accordo di programma per il bene della città.