Torna in Comune l'ex vicesindaco Paola Briganti che con il direttore generale Rosa Iovinella ricostituisce la coppia a capo della gestione della struttura. Una scelta che non ha mancato di sollevare polemiche e sulla quale si sofferma anche il coordinatore provinciale ed ex consigliere comunale di Forza Italia Alessandro Calvi. «Coletta con la nomina della Briganti ha ritenuto di consolidare e riproporre il vecchio schema politico amministrativo – spiega Calvi - che prevede la riconferma di Iovinella nella parte del direttore e segretario generale e il recupero dell'ex vicesindaco nelle funzioni di capo della segreteria del sindaco».

Per Calvi si tratta di una scelta criticabile di cui il sindaco di Lbc dovrà assumersi la completa responsabilità. «Coletta ha ritenuto queste due figure essenziali per la linea politica della sua amministrazione non considerando però che la maggioranza del 2016 non c'è più – spiega - la nomina della Briganti è di certo legittima perché si tratta di un incarico fiduciario, ma dimostra senza dubbi che il sindaco dovrà assumersi tutte le responsabilità, sia politiche che amministrative, del prosieguo della consiliatura. Il problema è che Coletta non ha considerato che non ha più la stessa maggioranza di cinque anni fa e che avrebbe dovuto confrontarsi, aprirsi, fare del dialogo l'elemento centrale della futura amministrazione. Muoversi a colpi di minoranza non serve a nulla, e di questo se ne assumerà la responsabilità».

Ora è scoppiata anche una nuova polemica sul personale con la Uil depositaria di più di 200 firme di dipendenti contro il contratto decentrato. Calvi ricorda la commissione trasparenza su questo tema che gli fu chiesta da alcune organizzazioni sindacali e nella quale fu rimproverato all'amministrazione l'iter sul contratto decentrato e la gestione del personale, invitai tutti ad avere un dialogo maggiore. Tra i punti di confronto con il sindaco proposti da Forza Italia c'è la revisione e il rilancio della macchina amministrativa e leggendo la nota della Uil rimango sorpreso che ancora oggi direttore generale e sindaco non sanno cogliere l'occasione di aprire un dialogo con la metà dei dipendenti dell'amministrazione. Sarebbe stato preoccupante non ascoltarli anche se fossero stati dieci, figurati se sono la metà del personale che rivolgono critiche costruttive. Fa pensare anche il fatto che siano state 200 firme non in chiaro, pur a fronte della firma di una richiesta legittima sotto il nome del sindacato, quasi ci sia il timore di azioni di rivalsa, questo fa capire l'atmosfera che si respira a Piazza del Popolo all'interno della macchina amministrativa.

Per Calvi tutto questo non giova "al personale, all'organizzazione e alla gestione del Comune e ai cittadini, se la macchina funziona possiamo dare più risposte mentre se il personale è scontento lavora male e ci rimettono i cittadini: evidentemente questo messaggio non è stato compreso. Ci sono stati settori rimasti intatti, altri smembrati, altri depotenziati e senza più dipendenti che mandano avanti le pratiche, servizi senza personale e su cui non c'è stata continuità amministrativa e poi non sono state fatte assunzioni adeguate che sopperissero alle tante partenze. «Questa amministrazione – conclude l'esponente azzurro - spero che abbia la maturità di capire che deve correggere l'atteggiamento di chiusura e arroccamento della direzione generale, se ci sono oltre 200 dipendenti che espongono un problema bisogna chiamarli e ascoltarli, questo atteggiamento di sfida non fa bene alla città».