Al netto dei calcoli per ottenere i risultati secondo la scala del voto ponderato, in Provincia, tra Gerardo Stefanelli e Giovanni Agresti è finita 264 a 221. Numeri che corrispondono alle somme dei consiglieri dei 33 comuni pontini che si sono espressi a favore dell'uno o dell'altro candidato, e in termini percentuali attestano che il sindaco di Minturno, Stefanelli, è stato eletto Presidente dell'Amministrazione provinciale con il 57 per cento dei consensi, contro il 43 per cento di Agresti.
Sarebbe dovuta finire diversamente, perché le liste che sostenevano Stefanelli hanno portato a casa il doppio dei consiglieri ottenuti da Agresti, in percentuale il 67,5% contro il 32,95%, e se il primo ha vinto ed è stato eletto Presidente, il secondo ha ottenuto un grande risultato rosicchiando un 10% di consensi personali in più rispetto al risultato delle liste che lo sostenevano, al pari di Stefanelli che il 10% lo ha invece perso.
Non cambia niente per il risultato finale, ma questi numeri la dicono lunga sullo stato dei rapporti tra i partiti, e tra i diversi consiglieri all'interno dello stesso partito. Quello che è emerso chiaramente dal voto di sabato in via Costa, è che l'esito della competizione elettorale per il rinnovo del Consiglio provinciale e per l'elezione del Presidente è stato fortemente condizionato da quello che è accaduto e sta ancora accadendo nel Comune capoluogo, in particolare gli equilibri che si sono venuti a creare con la rielezione di Damiano Coletta e con la necessità di trovargli una sponda che lo tirasse fuori dalla palude di una condizione di minoranza consiliare, condizione che lo avrebbe esposto alle intemperie di una sfiducia sempre in agguato. La sponda è quella di Forza Italia, che insieme ad Annalisa Muzio ha offerto a Coletta i quattro voti necessari per garantirgli una sopravvivenza più o meno serena; un assist in cambio del quale il sindaco di Latina, e con lui il Partito democratico e alcune civiche si sono prestati a sostenere Forza Italia nella corsa per Via Costa.
E a dimostrazione di quanto abbia saputo funzionare la regia di Claudio Fazzone nel costruire il percorso che dall'elezione di Coletta porta all'elezione di Gerardo Stefanelli, il fatto che Forza Italia ha portato a casa quattro consiglieri provinciali, giusto il doppio di quanti ne hanno espressi gli altri partiti o formazioni in lizza, e cioè 2 consiglieri per il Partito democratico; 2 consiglieri per le civiche; 2 consiglieri Fratelli d'Italia e 2 consiglieri la Lega. Un successo, quello azzurro, che ha lasciato dei morti sul campo. Il Comune di Aprilia, che in passato contava cinque consiglieri, adesso non ne ha neppure uno, perché Domenico vulcano non è stato rieletto benché fosse nei ranghi di Forza Italia, e così anche i due candidati del sindaco Antonio Terra, Giusfredi e Giovannini, bocciati. Parte dei consiglieri di Aprilia ha votato per Barbara Carinci di Terracina. Insomma, la storia è quella di sempre: il sud della provincia conta 7 consiglieri su 12, la maggior parte, oltre al presidente, mentre il nord della provincia, molto più pesante in termini di voti, resta minoranza.
«Mi sono mancati i voti della Lega a Latina, a Cisterna e a Fondi - dice un pizzico amareggiato Giovanni Agresti - Credo di poter dire che Claudio Durigon abbia dato indicazioni di votare Stefanelli benché il suo partito fosse schierato insieme a Fratelli d'Italia sulla mia candidatura. E allo stesso modo posso dire con convinzione che se la Lega avesse rispettato l'accordo preso con Fd'I sarei stato eletto Presidente della Provincia. In fondo stiamo parlando di una differenza di 43 consiglieri tra me e Stefanelli; e se molti consiglieri che avrebbero dovuto sostenere Stefanelli hanno votato per me, Durigon mi ha fatto fuori, perché la Lega di Latina non si sa più da che parti si trovi, se a destra oppure alleata della sinistra, come si può constatare dalla fretta che il partito di Durigon sta mostrando di avere per entrare nella Giunta insieme a Coletta. Sono comunque soddisfatto per il risultato ottenuto e faccio i miei più sinceri complimenti a Gerardo Stefanelli».
Via tutti i sassi dalle scarpe di Agresti e chiarito che tutto quello che è accaduto in via Costa non è altro che il risultato delle strategie in corso per garantire la tenuta della consiliatura al Comune di Latina, è altrettanto chiaro che già da oggi l'esito del voto per la Provincia renderà necessario un chiarimento, se non una resa dei conti, tra Fratelli d'Italia e Lega. Così come la resa dei conti è già stata avviata dal sindaco di Aprilia Antonio Terra che giustamente non può tollerare che alcuni suoi consiglieri non abbiano votato per i candidati della loro città, rimasta senza alcuna rappresentanza in via Costa.