Si è insediato ieri mattina il neo presidente della Provincia Gerardo Stefanelli. Già al lavoro, col primo vertice sull'emergenza covid assieme al prefetto e agli altri colleghi sindaci del territorio. Stefanelli, che la Provincia la conosce bene essendo dipendente in aspettativa, procederà nei prossimi giorni alla nomina dello staff, comprensivo di capo di gabinetto. Agile dovrebbe essere anche il percorso che porta all'indicazione del vicepresidente della Provincia, carica che dovrebbe finire a Forza Italia.

Non si placano, nel frattempo, le tensioni scaturite dal voto di sabato. In particolare le frizioni sono nella componente di Giovanni Agresti, il candidato presidente uscito sconfitto. Qualche giorno prima del voto Lega e Fratelli d'Italia avevano firmato una nota unitaria nella quale si impegnavano a votare per Agresti presidente. Analizzando il voto, però, sono nati i sospetti. «Mi sono mancati i voti della Lega a Latina, Cisterna e Fondi - si è lamentato Agresti - Credo di poter dire che Claudio Durigon ha dato indicazioni ai suoi di votare per Stefanelli». Una bomba, quella lanciata da Agresti, alla quale replica stizzito l'ex sottosegretario della Lega: «Restiamo basiti dal sindaco di Itri, Giovanni Agresti, che abbiamo sostenuto con lealtà da Latina al resto della provincia. Evidentemente dovrebbe cercare altrove i presunti franchi tiratori, che purtroppo non vedo. Quella di Agresti è stata una candidatura troppo debole forse perché messa anche questa all'ultimo minuto. Noi siamo all'opposizione di Damiano Coletta, ci piacerebbe sfiduciarlo e tornare al voto ma questo non ci è permesso per via dei numeri». Insomma, chi dice il vero? Difficile comprenderlo. E' vero anche, infatti, che a Gerardo Stefanelli mancano dei voti rispetto a quelli che ha preso la sua coalizione. Insomma, ci sono stati consiglieri che hanno fatto in disgiunto in una direzione e nell'altra. A far crescere i sospetti di Agresti è evidentemente il "peso" dei voti, e infatti cita comuni di grandi dimensioni.

Rimane il fatto che alla fine è Forza Italia a dimostrare di avere ancora la leadership territoriale del centrodestra, nonostante i numeri dei sondaggi ma anche di recenti elezioni, dicano che Fratelli d'Italia e Lega sono, sulla carta, più forti. Gli azzurri, però, hanno qualcosa che agli altri manca: sono compatti nelle scelte. Lega e FdI, al contrario, soffrono di una balcanizzazione che non vede soluzioni.

Fratelli d'Italia, dal canto suo, ha visto ieri intervenire i leader provinciali. «Auguro buon lavoro al neo presidente Gerardo Stefanelli e ai 12 consiglieri provinciali - dichiara il coordinatore provinciale Senatore Nicola Calandrini - Dispiace che il centrodestra abbia perso l'occasione di dimostrarsi unito per una precisa volontà di Forza Italia che per meri calcoli politici è andata contro quelle che sono le indicazioni dei vertici nazionali, pur avendo avuto la disponibilità degli altri partiti che avrebbero accettato di votare un suo candidato. È una questione che faremo notare anche ai vertici nazionali per definire come sarà meglio muoverci in futuro in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Rispetto al voto, Fratelli d'Italia si conferma forza trainante del centrodestra. Abbiamo ottenuto un ottimo risultato culminato con l'elezione di due consiglieri». L'eurodeputato Nicola Procaccini ha aggiunto: «Mi piace sottolineare l'elezione di due consiglieri giovani e preparati da parte di Fratelli d'Italia, e da ex sindaco di Terracina non posso non apprezzare la contemporanea elezione di tre donne provenienti dalla mia città. Naturalmente mando anche un abbraccio al candidato sconfitto e sindaco di Itri, Giovanni Agresti». «In bocca al lupo al neo presidente Stefanelli e ai nuovi membri del consiglio provinciale - conclude il viceportavoce regionale Enrico Tiero - Anche in queste elezioni, Fratelli d'Italia ha dimostrato la sua unità votando in modo compatto Giovanni Agresti, ne andiamo orgogliosi, e lo ringraziamo per essersi messo a disposizione».

Al netto di tutto questo, Gerardo Stefanelli ha dalla sua una maggioranza ampia con la quale può muoversi agilmente, raccogliendo qua e là anche consensi dai consiglieri di Lega e Fratelli d'Italia. E a gennaio potrebbe arrivare la riforma che riporta in parte le lancette indietro nel tempo, con il ritorno della giunta, alcune competenze e le indennità per gli assessori.