Allontanata dalla maggioranza e di conseguenza relegata all'opposizione, la lista Piazza Civica al gran completo – presenti gli ex assessori Monica Laurenzi e Omar Ruberti e i tre consiglieri Ilaria Iacoangeli, Fiorella Diamanti e Giuseppe Petito - coglie il momento di un bilancio consuntivo di fine anno per spiegare le ragioni profonde dello strappo che ha definitivamente separato le strade della coalizione civica dalla lista che ha portato per due anni il nome del sindaco Antonio Terra, scegliendo poi il nome di Piazza Civica per inaugurare il corso di un progetto politico più ambizioso. La candidatura forzata di Vincenzo Giovannini alle provinciali malgrado le perplessità della lista e anche di altri componenti della maggioranza è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma parafrasando le parole di Monica Laurenzi il tentativo di innestare Piazza Civica nella maggioranza raccolta attorno al sindaco è stato «un trapianto non riuscito» per distanze politiche evidenti e mai appianate. «Forse non siamo stati fedeli – ha dichiarato Omar Ruberti difendendo la lista dall'accusa di tradimento – ma siamo sempre stati leali e anche in questa circostanza abbiamo sempre detto che non avremmo mai potuto votare Giovannini non per motivi personali, bensì per ragioni politiche e perché non dimentichiamo che il consigliere ha votato un piano provinciale dei rifiuti che questa maggioranza stessa disapprova. Sarebbe opportuno chiedere al sindaco le ragioni per le quali abbia deciso di imporre il nome di Giovannini. Sin da quando abbiamo avviato un percorso dentro la maggioranza, il nostro scopo è stato lavorare per fare in modo che Aprilia uscisse da questo isolamento strutturale e profondo, dettato da un civismo che tende a chiudere le maglie anziché allargare l'alleanza e cercare di uscire da questo isolamento politico. Lo abbiamo fatto in primis lavorando per inserire il sindaco nel direttivo dell'Anci e anche alle provinciali abbiamo lavorato per far candidare il sindaco come presidente della Provincia di Latina, posto poi ricoperto da Stefanelli, ricevendo da parte sua l'indisponibilità alla candidatura con il pretesto del mancato allineamento con il suo mandato. L'impressione però è che la strategia del sindaco e di questa maggioranza sia sempre la stessa e porti verso il pensiero unico: l'obiettivo è quello di non far cessare mai il civismo, lavorano per allargare la coalizione svuotando le componenti che entrano del loro Dna verso un civismo neutro e volto al mantenimento del potere fine a sé stesso con il solo collante degli incarichi di governo». Secondo la lista anche la candidatura di Giovannini, per questo da loro ritenuta inaccettabile, sarebbe figlia di questa logica e sostenuta facendo leva su un «patriottismo dell'aprilianità» colmo di retorica ma in virtù dell'isolamento istituzionale incapace di risolvere i problemi della città. Sul futuro la lista non offre certezze, «perché - spiegano - le future candidature dovranno nascere da un progetto e non il contrario». Sicuramente sarà un percorso all'opposizione. «Siamo consapevoli - aggiunge Laurenzi – di non essere stati allontanati perché abbiamo lavorato male. Lo dimostrano i risultati: sul tema dei rifiuti abbiamo aperto le porte del comune ai cittadini, presto avremo tre aree verdi realizzate grazie ai contributi che abbiamo ricevuto, abbiamo lavorato in vista dell'introduzione della Tarip all'arrivo di un software che davvero aiuterà a combattere l'evasione fiscale. Per non parlare dei finanziamenti del Pinqua. Ci chiediamo però, se quando abbiamo iniziato il percorso in seno a questa maggioranza siamo stati scelti in quanto elemento innovatori o solo per arrivare a vincere. Di certo era chiaro, non per ragioni personali ma per una questione di visione politica che non avremmo mai votato Giovannini. Non siamo stati gli unici in maggioranza a storcere la bocca su quel nome: una verità di fatto che va oltre le parole e soprattutto i silenzi del consiglio comunale».
La crisi di Natale
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