«Possiamo sapere entro quando riusciremo a portare a casa la pubblicazione dei bandi per gli impianti sportivi? Possiamo sapere fino a quando le società dovranno tirare la cinghia per un servizio che sia competitivo rispetto alle città vicine, quando avranno impianti all'avanguardia, tre mesi? Sei mesi? Deve essere un impegno da parte di tutti, chiedo rassicurazioni». Così nell'ultimo consiglio comunale la Lega, per voce di Massimiliano Carnevale, si era espressa, su un nodo tra i tanti che il secondo mandato Coletta dovrà affrontare. Il sindaco a quella sollecitazione aveva risposto di non poter dare tempi precisi trattandosi di un tema complesso, un fatto già evidente alla città ma soprattutto a tutto il settore sportivo che da almeno un decennio chiede strutture regolari in affidamento (molti bandi sono scaduti nel 2010) con criteri e regole chiare per potere investire e accedere al credito sportivo. Non sono infatti bastate due consiliature per risolvere i problemi di un settore perennemente in attesa di riscatto con un Comune che ha impiegato tantissimo tempo solo per "stimare" e conoscere il patrimonio che possedeva, 33 strutture compreso lo stadio Francioni. Alla fine della scorsa consiliatura ormai a tempo scaduto l'amministrazione aveva portato in giunta la delibera con le linee guida per l'affidamento in concessione del campo di calcio di Borgo Sabotino in via Litoranea, cui doveva seguire il campo di Latina Scalo (Via Carrara) e la palestra del tiro con l'arco di Via Villafranca.

A seguire il Palaceci e il Palabianchini. Ma tutto si è fermato. Nell'atto di giunta su proposta del dirigente Diego Vicaro si leggeva che «considerata la necessità dell'Amministrazione Comunale di assegnare in uso a terzi gli impianti sportivi aventi contratto scaduto, si ritiene nell'interesse pubblico, opportuno e necessario indire una procedura di gara ad evidenza pubblica. La concessione avrà una durata compresa dai 6 ai 20 anni e prevede la gestione dei servizi sportivi: la sorveglianza e custodia della struttura, dell'impianto e delle attrezzature; la pulizia, la manutenzione ordinaria e straordinaria, l'accatastamento dell'impianto e i relativi servizi». Dunque la prospettiva è la concessione dai 6 ai 20 anni per tutti, un tempo che permetterebbe quegli investimenti necessari a risollevare il settore chiesti anche da Annalisa Muzio di Fare Latina. Un pressing politico, quello della Muzio, che seppur dal lato degli alleati, dovrà necessariamente farsi incisivo se la leader del movimento vicina a Forza Italia ha intenzione di rispettare quanto dichiarato in più occasioni e anche nell'ultima assise. «Sosteniamo le linee di mandato – ha detto pochi giorni fa la Muzio in seduta – ma ancorati a un costante controllo della verifica di tutto ciò che è scritto in quel documento, se non saranno realizzate Fare Latina voterà contro in futuro, siamo per la fattività, la concretezza e la realizzazione degli obiettivi, concordati anche con noi». Cominciare dallo sport, fuori dai proclami, sarebbe un primo segnale.