I giudici del Tar di Latina non hanno dubbi, la materia del ricorso elettorale proposto dall'avvocato Toni De Simone per conto di due candidati e un elettore contro i risultati dello scrutinio delle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre a Latina, merita di essere approfondita.
L'udienza di ieri pomeriggio è durata meno del previsto, il tempo necessario al giudice relatore di avvisare le parti sulla necessità di procedere ad una verificazione del materiale elettorale in ciascuna delle 33 sezioni all'interno delle quali, stando al ricorso oggetto di esame, i conti sui voti espressi non tornano.

I rappresentanti dell'Avvocatura comunale hanno tentato di proporre al collegio di operare una distinzione tra due gruppi di sezioni (quelle dove la disparità dei dati è più evidente e quelle dove è poco consistente), ma il Presidente è stato perentorio: la situazione descritta dal ricorso non è da prendere sottogamba e il fatto che siano coinvolte trentatré sezioni elettorali su un totale di 116 rappresenta di per sé motivo di approfondimento. Il Tribunale ha dunque stabilito che verrà effettuata dalla Prefettura, presenti le parti, la verifica sulla corrispondenza tra il contenuto dei verbali delle 33 sezioni e le schede imbustate al termine delle operazioni di scrutinio.

«Non si tratta del riconteggio dei voti - spiega l'avvocato Toni De Simone, che ha assistito i ricorrenti in coodifesa con l'avvocato Biagio Coppa - ma di verificare se quello che abbiamo riscontrato analizzando i verbali dei seggi corrisponde al contenuto dei plichi consegnati all'Ufficio elettorale centrale una volta chiuse le operazioni di scrutinio».

Il lavoro svolto dal legale prima di proporre il ricorso al Tar è basato esclusivamente sull'analisi dei verbali, dove è annotato il numero delle schede a disposizione, quello delle schede vidimate, quello delle schede effettivamente utilizzate per il voto, quello delle schede vidimate rimanenti e quello delle schede in bianco mai utilizzate. La comparazione di questi dati ha portato ad evidenziare grosse disparità nei numeri offerti dai verbali di 33 sezioni; ora, dalla verificazione disposta dal Tar, sarà possibile stabilire se gli ammanchi descritti nel ricorso siano soltanto questione di numeri appostati sui verbali, o se invece alla confusione aritmetica corrisponda analoga confusione nel contenuto dei plichi.

Ma il solo fatto che i dati raccolti dai verbali delle trentatré sezioni sotto osservazione parlino di un ammanco complessivo di circa tremila voti costituisce di per sé un fatto molto grave, e c'è da ritenere che la verificazione imposta dai giudici non farà che aggravare il quadro. Perché se il numero delle schede contenute nei plichi dovesse corrispondere ai dati riportati nei verbali (dati che non tornano), ne deriverebbe il sospetto che parte delle schede elettorali possa essere sparita; se invece il numero delle schede offrirà uno spaccato diverso da quello riportato sui verbali, bisognerà domandarsi come sia stato possibile commettere quegli errori così vistosi nel trenta per cento delle sezioni elettorali del capoluogo. La conseguenza della verifica potrebbe sfociare addirittura nell'annullamento del voto del 3 e 4 ottobre nelle sezioni indicate nel ricorso, ma se il dato complessivo proposto dai ricorrenti dovesse rivelarsi più che approssimativo, nessuno può escludere che i giudici possano andare oltre una semplice soluzione-rimedio.

L'ordinanza del Tar con l'indicazione dei tempi della verificazione dovrebbe essere depositata in giornata. Rinviato a mercoledì 23 febbraio l'esame del ricorso elettorale di Antimo Di Biasio.