Mentre il Governo Draghi annuncia la possibilità di un ritorno temporaneo alla produzione energetica con sistemi desueti e distanti dall'idea di ecocompatibilità maturata nell'ultimo decennio, e spiega agli italiani che le irrinunciabili sanzioni alla Russia di Putin potranno con molta probabilità sorprenderci a corto di energia per sostenere l'industria, i trasporti e il riscaldamento delle abitazioni, in quel di Cisterna di Latina, indifferenti alla realtà nuda e cruda di un Paese come l'Italia a corto di fonti energetiche e costretto ad importare gas, petrolio ed anche energia elettrica dall'estero, gli amministratori sono impegnati da giorni in un vivace dibattito che li vede osteggiare il progetto di una centrale di produzione di biogas utilizzando scarti alimentari. Un sistema di produzione energetica che si inserisce a pieno titolo nel perimetro della cosiddetta economia circolare, visto che utilizza rifiuti per produrre biometano destinato all'autotrazione e compost di qualità, e che risponde ai principi della sostenibilità ambientale. Ma agli amministratori di Cisterna, gli stessi che un paio di anni fa avevano votato compatti in Consiglio comunale una delibera che manifestava il favore dell'amministrazione verso la produzione di energia attraverso il biogas, l'impianto che la città dovrebbe ospitare non piace, e per dimostrarlo non hanno esitato a proporre un ricorso al Presidente della Repubblica per chiedere l'annullamento degli atti che hanno portato al rilascio delle autorizzazioni che già oggi consentirebbero l'avvio dei lavori di costruzione del nuovo e contestato impianto.

C'è chi sostiene che il ricorso sia soltanto un'esca per tenere a bada i cittadini, ai quali poter dire più avanti che il Comune ha fatto quello che poteva per contrastare l'insediamento dell'impianto, ma questo sarebbe addirittura più grave di un sincero convincimento, per quanto errato, sulla nocività a priori di quel tipo di produzione.

Perché tra i doveri di un buon amministratore, c'è anche quello di promuovere nelle coscienze dei cittadini un corretto approccio alle problematiche che accompagnano la vita del territorio che si governa. E questo dovere andrebbe anteposto alla ricerca del consenso a tutti i costi.

Quella di Cisterna è una comunità consapevole, che ha dato un contributo significativo, anche in termini di vite umane, alla causa dell'industrializzazione e dell'inquinamento ambientale, ma proprio per questa ragione sarebbe un oltraggio accostare i sistemi produttivi di qualche reparto della ex Goodyear di cinquant'anni fa a quelli di un moderno impianto di produzione di biometano liquefatto. Ciò nonostante, qualcuno ha cavalcato la tigre del ridimensionamento della capacità produttiva dell'impianto a biogas commisurandola ai livelli di forsu (il combustibile della centrale) prodotto nella sola Cisterna, mentre qualche altro ha pensato bene di fare leva sull'eventuale rischio che a Cisterna possano essere trattati rifiuti provenienti da Roma o altrove, come se ci fosse una sostanziale differenza tra gli scarti alimentari prodotti nella Capitale e quelli prodotti a Cisterna. Dimenticando peraltro che i rifiuti prodotti a Cisterna finiscono altrove, e che finora non abbiamo mai visto insorgere qualche comunità che non voglia in casa rifiuti cisternesi. Non se ne abbiano gli amministratori di Cisterna, presi ad esempio per l'attualità del caso; nessuno dei loro colleghi degli altri Comuni di questa provincia si è finora mostrato migliore sul terreno della promozione di una cultura consapevole in materia di rifiuti. Una situazione in tutto e per tutto analoga si trascina da tempo per un impianto a biogas la cui realizzazione è stata autorizzata a Latina Scalo, ma che incontra l'ostilità di una comunità sostenuta dalla politica e dall'amministrazione locale. Lo stesso abbiamo visto di recente sul fronte della individuazione dei siti ove collocare gli impianti necessari al raggiungimento della piena indipendenza provinciale nella gestione del ciclo integrato di rifiuti: nemmeno un'ordinanza del Tar ha saputo convincere i sindaci pontini sulla opportunità, prima ancora che sulla necessità, di un radicale cambiamento di mentalità.

Non c'è stato un solo sindaco che abbia cercato di intestarsi, finalmente, la paternità di un cambio di passo mostrandosi disponibile ad accettare l'insediamento di un impianto sul proprio territorio per contribuire al miglioramento del sistema complessivo di gestione razionale di un servizio che tutti ci vede attori e coinvolti. E dunque, a decidere sulle nostre teste, sarà adesso un commissario ad acta. E questo è il segno inconfutabile dell'immaturità di una classe politica e dirigente che continua ad andare avanti con slogan e menzogne gratuite.

Ci auguriamo che la tristissima pagina dell'aggressione russa all'Ucraina possa chiudersi in fretta con un passo indietro dei carri armati di Putin, e che nessuno in Italia debba sperimentare un periodo di austerity e di atmosfere domestiche a lume di candela.
Neanche in provincia di Latina e nemmeno nel granducato di Cisterna.