Era partito come movimento del cambiamento, dell'anti politica e della retorica del nuovo, contrapponendosi ai vecchi partiti e segnando la storia di molte amministrazioni nell'ultimo quinquennio. Il civismo, quello puro, teorizzato da Coletta a Latina con l'exploit del 2016 e prima ancora praticato da Antonio Terra ad Aprilia e seguito a stretto giro da Giada Gervasi a Sabaudia e Paola Villa a Formia ha interpretato un leitmotiv costante e fortunato in questi anni, quello della voglia di cambiare. Soprattutto nel caso di Coletta e Gervasi, i cittadini avevano volutamente abbandonato i partiti, optando per i Civici in due roccaforti del centrodestra, espugnate in forza del rifiuto delle logiche partitocratiche e dell'impossibilità di scendere a compromessi ed accordi con quelli di prima. Oggi di quelle esperienze e di quello spirito restano le ceneri perché ciò che è accaduto e sta accadendo in quei comuni e in provincia è la cartina tornasole di un fallimento.

L'epilogo di Gervasi, con l'arresto nell'ambito dell'inchiesta ‘Le Dune' e lo spaesamento politico che ha provocato è solo l'ultimo capitolo di un libro di insuccessi nel quale resistono Terra e Coletta ma in virtù di accordi e alleanze ben lontane dagli originari propositi di purezza. Terra governa con un mix in cui convivono già espressioni diverse, che coinvolgono anche Pd e Forza Italia mentre il civismo incarnato da Paola Villa a Formia, distante da destra e sinistra e dai grillini, ha deflagrato durando decisamente meno di quanto fosse auspicabile. A Latina Coletta, in difficoltà già nel primo mandato e alla ricerca del campo largo per rimediare all'errore di aver creduto di bastare a se stesso, ha cercato prima il matrimonio con il Pd, fatto di ripensamenti e riavvicinamenti per poi trovare la quadra elettorale un anno fa. Poi con il governo dell'anatra zoppa venuto fuori dalle urne sono spuntate le altre alleanze, prima i 5Stelle, poi la Muzio di Fare Latina, infine l'accordo che sembrava impossibile per gli ellebicini della prima ora, rimasti a presidiare la roccaforte del civismo inalterabile, quello con Forza Italia, il partito da sempre identificato con quelli di prima e con molte delle inchieste (in primis quelle sull'urbanistica) su cui Coletta si era appoggiato per il suo successo elettorale.

Insomma il civismo è diventato fluido, fluidissimo, contagiandosi ben presto con i difetti dei suoi antagonisti (divisioni interne, correnti, incapacità a gestire processi amministrativi e a risolvere in tempi accettabili le molte criticità di un Comune), perdendo la sua connotazione iniziale e oggi assumendo le sembianze piuttosto di un contenitore d'occasione per creare nuove coalizioni miste a braccetto con i partiti.

Il risultato più evidente dopo questi anni è che proprio ‘quelli di prima', Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, si litigano oggi i sindaci praticamente in ogni Comune. E con i cittadini stanchi e che hanno dato segnali contraddittori anche alle urne (come dimostra proprio il caso Latina). Una involuzione progressiva e costante.