Per preservare un patrimonio unico come la lingua italiana, scomodano Dante e il suo «De Vulgari eloquentiae». Il Gruppo di Forza Italia con i consiglieri Giuseppe Coluzzi, Mauro Anzalone e Roberta Dellapietà e Fare Latina con Annalisa Muzio sferrano il loro personale attacco all'uso e abuso degli inglesismi nella linguaggio della pubblica amministrazione in nome di una maggiora trasparenza ma anche di una orgogliosa italianità omaggiando il nostro idioma e il suo padre putativo, Dante. I due gruppi politici hanno infatti presentato una mozione da discutere in consiglio comunale per evitare l'uso di termini inglesi negli atti del Comune e che impegni Sindaco e la Giunta Comunale «a dare le dovute disposizioni, ad attuare la necessaria vigilanza e ad adottare i dovuti provvedimenti in caso di non osservanza affinché nei propri atti ufficiali si utilizzino termini italiani, evitando quindi una contaminazione di inglesismi o altro proprio nei documenti ufficiali al fine di rendere questi più comprensibili a tutta la cittadinanza, senza così precludere questa possibilità a determinate fette di cittadinanza e riconducendo la comprensione degli atti al livello di conoscenza di una lingua straniera».
Era successo lo scorso anno anche nel comune lombardo a guida centrodestra di Soncino che ha approvato analogo atto e la stessa proposta mesi fa è stata fatta a Pesaro, comuni che hanno percepito l'eccesso di termini inglesi con iniziative per sensibilizzare gli amministratori pubblici ad essere più trasparenti, ma con la conseguenza di attirare anche critiche accese perché considerate posizioni non al passo con i tempi a volte pure venate di nostalgie retrò e sovranismo. «Non vedo l'esigenza di dover usare tutte queste parole inglesi negli atti del Comune- spiega il proponente Giuseppe Coluzzi – quando ci sono i termini italiani corrispondenti adatti a rendere questi significati. Parole come welfare o smart city non dovrebbero figurare negli atti comunali». Eppure non solo ne sono pieni atti e delibere ma compaiono anche nelle deleghe degli assessori. L'assessore e vicesindaco ha la delega al welfare in tutti gli atti del Comune, e non ai ‘servizi sociali', la delega dell'assessore all'Università comprende la specializzaizone in smart city che è anche oggetto di un ‘Laboratorio Smart City" istituito proprio dall'amministrazione Coletta che ha recepito parole ormai entrate nell'uso comune come mission, partnership, hub etc.
Le motivazioni di questa difesa dell'italiano la scrivono i due gruppi politici quando spiegano che «di recente l'italiano è diventato la quarta lingua più studiata nel mondo, superando la cugina francese, ed è inoltre riconosciuta come quella che presenta più madrelingua nel mondo, grazie al grande numero di italiani all'estero». Ma l'atto è anche un omaggio al somma poeta Dante a 701 anni di distanza dalla sua morte, che «già nel 1200 criticò - scrivono - l'allora amministrazione fiorentina (nel "De vulgari eloquentia") poiché non utilizzando la lingua volgare limitava la sua diffusione e la scarsa comprensione tra la popolazione». Per i firmatari della proposta «Si vuole dare un segnale forte di attenzione alla promozione della lingua italiana che rappresenta l'identità della nostra Nazione, il nostro elemento unificante e il nostro patrimonio immateriale più antico che deve essere opportunamente tutelato e valorizzato» senza considerare che sono ormai anni «che studiosi, esperti, istituzioni come l'Accademia della Crusca, denunciano il progressivo scadimento del valore attribuito alla nostra lingua e segnalano l'importanza di una maggiore tutela dell'italiano e del suo utilizzo anche nella terminologia amministrativa da parte dello Stato». «Non si vuole sminuire l'importanza dell'inglese - concludono - ma si vuole chiarezza e preservare un patrimonio unico. I cittadini hanno diritto di capire e comprendere in pieno gli atti ufficiali dell'amministrazione».