Hanno preso il via ieri mattina in Prefettura le operazioni di riconteggio delle schede elettorali di 33 delle 116 sezioni del capoluogo interessate al ricorso proposto da due candidati e da un elettore alle amministrative dello corso ottobre che hanno ventilato l'ipotesi di possibili irregolarità nelle operazioni di scrutinio.


Ritenuto ammissibile dai giudici del Tar, il ricorso sostiene che dalla lettura analitica dei verbali di scrutinio emerge che manchino complessivamente all'appello circa tremila schede elettorali, che sarebbero un'enormità nel caso in cui il dato presunto dovesse trovare conferma dalle operazioni in corso. Operazioni disposte con apposita ordinanza dallo stesso Tribunale amministrativo qualche settimana fa.

Quello che non torna, secondo i ricorrenti Alessandro Rossi, Emilio Cerci e Giovanni Monterubbiano, sarebbe la corrispondenza tra le schede vidimate e quelle utilizzate per le operazioni di voto, non importa se valide o nulle o bianche, circostanza che potrebbe anche passare per mero errore in una sezione, ma che ha tutta l'aria di volersi trasformare in un vero e proprio sistema se le sezioni interessate dalla «svista» sono addirittura 33, cioè poco meno del trenta per cento del totale delle sezioni di voto. E dal momento che le elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale e l'elezione del sindaco di Latina si sono giocate al primo turno sul filo del rasoio, con uno dei candidati sindaco attestato a una spanna dall'affermazione (a Vincenzo Zaccheo sono mancati circa 800 voti per essere eletto con il 50,1% dei consensi), è opportuno che una verifica venga effettuata. Opportunamente, per volere dei giudici del Tar, il riconteggio si sta facendo, al fine di fugare qualsiasi dubbio, in un senso o nell'altro. Ieri, alla presenza dei legali dei ricorrenti, dell'avvocatura comunale e di altri avvocati in rappresentanza di alcuni consiglieri comunali che si sono costituiti nel giudizio, sono state riconteggiate le schede di 7 sezioni; ci vorrà almeno una settimana di lavoro per completare la verifica e trarre le prime conclusioni sulla fondatezza del ricorso.
«La questione di fondo - osservano alcuni degli avvocati che hanno presenziato alla prima giornata di verifiche - non è semplicemente di verificare se manchino delle schede e quante ne manchino, ma è soprattutto dimostrare la possibilità che alcune schede siano uscite dai seggi e poi rientrate e inserite nell'urna dopo essere state compilate all'esterno. Se questo è successo, questa è anche la ragione plausibile della confusione emersa sulle somme delle schede vidimate, di quelle utilizzate e di quelle residue».

Se la ratio del ricorso è questa, vuol dire che si sta valutando l'ipotesi che le amministrative che si sono svolte a ottobre nel capoluogo potrebbero risultate inquinate da brogli elettorali che potrebbero determinare il tiorno alle urne in ognuna delle sezioni in cui doivessero eventualemnte risultare forti discrepanze tra ciò che è scritto nei verbal idi scrutinio e ciò che dicono i numeri derivanti dal riconteggio. Oggi intanto si continua con le verifiche.