Forza Italia e Lbc, un accordo per sostenere Damiano Coletta che era già scritto e orchestrato sin dal primo turno, nonostante il partito degli azzurri sostenesse sulla carta il candidato di centrodestra Vincenzo Zaccheo.

Quello che era un sospetto alla luce del risultato elettorale e dei movimenti all'indomani del voto suggellati dal patto programmatico che ha visto gli azzurri entrare nella maggioranza, è stato esplicitato in maniera netta nell'ultimo consiglio comunale di mercoledì scorso dalle parole del consigliere comunale di Forza Italia Mauro Anzalone. In una clamorosa dichiarazione, il consigliere ha spiegato che era arrivata da Fazzone, Tajani e Calvi l'indicazione a sostenere Damiano Coletta.

Riavvolgendo il nastro sul consiglio comunale ci si trova al momento della discussione sulla mozione per istituzionalizzare la consulta dei borghi, la proposta di Annalisa Muzio durante la quale il centrodestra, formalmente per protesta per alcune sue dichiarazioni contro Zaccheo ma nei fatti per dimostrare che la maggioranza ha numeri risicati per andare avanti, abbandona l'aula. Solo Giovanni Miele rientra e a quel punto nelle dichiarazioni di voto Anzalone interviene. «A settembre Berlusconi, Fazzone, Tajani – dice il consigliere di Forza Italia - e lo stesso coordinatore provinciale Calvi ci hanno detto: dovete sostenere il sindaco Coletta, io inizialmente ero scettico, ma oggi ringrazio Dio di aver fatto quella scelta, e questa è la prova: se noi avessimo fatto il contrario pensa cosa avremmo vissuto, perché quando un consigliere eletto davanti a una mozione si alza e se ne va, vuol dire che non c'è maturità politica». Insomma l'invettiva di Anzalone vuole colpire i suoi ex colleghi di centrodestra FdI, Lega e Latina nel cuore per la loro scelta di lasciare l'aula ma, nel farlo, si lascia andare ad una dichiarazione esplosiva. Perché Forza Italia sulla carta avrebbe dovuto sostenere il sindaco Zaccheo con quel centrodestra che alla fine ha preso la maggioranza dei seggi ma non il sindaco, poi perdente al ballottaggio con una dinamica che ha dimostrato quanto voto disgiunto tra consiglieri e sindaco ci sia stato al primo turno. Che dietro la vittoria di Coletta ci fosse lo zampino di Forza Italia i dirigenti azzurri lo hanno sempre negato a dispetto di molte evidenze, salvo poi vederlo ribadire da un loro autorevole esponente. Anzalone resosi conto della gaffe postuma, ieri in commissione avrebbe corretto il tiro spiegando di aver sbagliato mese e che voleva dire che l'invito a sostenere Coletta era stato di ottobre.

Una toppa che è peggio del buco dal momento che il ballottaggio si è tenuto oltre la metà di ottobre e considerato che anche un appoggio al secondo turno al sindaco di Lbc non è mai stato esplicitato e che Zaccheo lo ha affrontato convinto di avere dalla sua parte le liste che lo hanno sostenuto. Lo stesso coordinatore provinciale Calvi ha sempre parlato di Forza Italia come di un partito coerente e sosteneva il 5 novembre scorso a tre settimane dal ballottaggio: «Abbiamo condiviso Zaccheo come candidato sindaco, una visione di città e da quel programma non ci allontaniamo, rimane il punto centrale e saremo all'interno del centrodestra un baluardo a garanzia di quel programma e di quei punti». Ma a quanto si è lasciato scappare Anzalone in consiglio, nella vis dialettica di quel momento, ben altri erano gli scenari e Forza Italia aveva già stretto da tempo un accordo per far votare il sindaco di Lbc e poi appoggiarlo nel governo della città, storia di oggi. Proprio Anzalone all'indomani del ballottaggio oltre la metà di ottobre aveva tuonato dai social che Coletta andasse sfiduciato: «Sento dire in giro che Forza Italia sarà la stampella di Coletta. Giammai. Noi siamo seri e leali alla coalizione – scrisse in un post, poi ritirato in tutta fretta - abbiamo sostenuto Vincenzo Zaccheo e siamo pronti a presentare una mozione di sfiducia immediata a Coletta. Anzi, la preparerò io stesso». Al posto della sfiducia è arrivato piuttosto un accordo che ha permesso a Coletta di avere i numeri per governare. Proprio come avevano dettato Fazzone, Tajani e Calvi.