Se c'è un sindaco che non suscita invidie in questa fase politica è proprio Damiano Coletta, teso a salvare il salvabile di un'amministrazione scialba e incolore che non riesce a decollare, resa faticosa dalla partenza ritardata delle commissioni e dallo scontro politico dei due blocchi contrapposti e finora intrappolata tra meline e giochi tattici che poco giovano all'immagine complessiva di un secondo mandato che doveva promettere ben altri scenari.

Che la gestione del governo cittadino sia sempre più complicata lo ha dimostrato l'ultimo consiglio comunale nel quale sono state trattate questioni di dubbio interesse (una per tutti la mozione sulla limitazione dei termini stranieri negli atti comunali oppure il collegamento tra Rio Martino, un porto che non funziona e che si insabbia periodicamente, e Ponza e Ventotene) e si è assistito alla prova di forza nei numeri del centrodestra. E' accaduto durante la discussione della mozione sull'istituzionalizzazione della consulta dei borghi di Fare Latina (l'opposizione è uscita perché non c'era il numero legale per continuare) ma potrebbe accadere ancora perché Coletta ha sulla carta un uomo in meno: l'ex presidente del consiglio comunale Massimiliano Colazingari, ufficialmente in malattia (e quindi assente nei consigli) ma sempre più distaccato dalla compagine per ragioni di natura tecnica e politica.

Colazingari contesta la gestione del consiglio comunale e degli atti (alcune mozioni sono arrivate in consiglio senza procedibilità e con errori formali che hanno messo in difficoltà anche la segretaria generale) oltre a rivendicare spazi essendo stato fortemente ridimensionato dalla compagine di Coletta. Un uomo in meno per il sindaco significa non avere i numeri necessari per arrivare ad approvare il bilancio ad aprile e anche per questo motivo il primo cittadino sta riprendendo il dialogo nel centrodestra per cercare sponde. Finora i contatti avuti, con la consigliera Patrizia Fanti, con Roberto Belvisi della Lega e con Mauro Faticoni di Latina nel cuore non sono andati a buon fine, ma non è detto che siano porte chiuse in via definitiva. La nave non naviga in buone acque e qualche indeciso potrebbe ripensarci anche a fronte del grande pressing di Forza Italia per acquisire nuove risorse alla maggioranza programmatica e soprattutto alla luce dell'esito definitivo del ricorso elettorale. Una Forza Italia sicuramente appannata nell'immagine dall'uscita di Mauro Anzalone e che ha scelto un basso profilo per non esporsi oltre. Dire apertamente che l'accordo Fazzone-Coletta era già in piedi da molto tempo e ben prima della fiducia al governo Coletta è stata una mossa avventata anche alla luce della revisione delle schede. «Per un momento in consiglio non avevamo la maggioranza, questo rischio ci può essere - ha spiegato Coletta in una intervista radiofonica a Radio Immagine - ma stiamo in un momento storico e politico delicato, ci vuole un maggiore rispetto da parte del centrodestra per il sindaco e il consiglio, e di conseguenza per la comunità».