La lunga militanza nel mondo dell'associazionismo, soprattutto a sostegno dei minori che vivono in contesti sociali estremi, fa del consigliere comunale Tommaso Malandruccolo uno dei più fervidi sostenitori delle politiche di potenziamento dei progetti di contrasto delle devianze giovanili, anche attraverso la commissione welfare di cui è membro e che proprio nei giorni scorsi ha avviato un confronto su questo tema.

Da sempre l'esponente del Pd invoca il ricorso a un'analisi più appropriata dei fenomeni più preoccupanti, che spesso vengono classificati come comportamenti antisociali, dando maggiore considerazione ai fattori ambientali che sfociano nella devianza attraverso forme significative di malessere. «Il momento della sua manifestazione non è sempre strettamente legato a ciò che accade nell'arco temporale dell'adolescenza, pur segnato da significativi fattori biologici - sottolinea Malandruccolo - ma alle esperienze che hanno accompagnato il giovane fino a quel momento, incidendo sulla vita futura. A tal proposito va ricordato che le mappe emotive di un individuo si formano nei primissimi anni di vita, spesso nell'inconsapevolezza degli adulti riguardo le condotte che permeano l'ambiente di messaggi, che vengono invece recepiti, decodificati ed introiettati. Un'influenza intra ed extra familiare, specialmente laddove la comunità ha assunto una dimensione spaziale "condominiale". Il paradigma che oggi la società dovrebbe imparare a praticare è che disagio e devianza vanno fronteggiati con le medesime modalità e con largo anticipo, attraverso forme di prevenzione precoce, sulle quali oggi le istituzioni stentano a investire, concentrate sui protocolli educativi tradizionali, efficaci in contesti ordinari, o troppo impegnate nella ricerca del risultato veloce e visibile. Occorre dunque sviluppare una capacità nella lettura degli elementi predittivi del disagio al di fuori dell'individuo, attraverso una parametrazione degli elementi oggettivi di rischio del territorio, al fine di modulare interventi circoscritti dedicati, a medio e lungo termine. Il senso di inadeguatezza è uno dei principali fattori prodromi di rischio ricorrente che, pur annidandosi socialmente in maniera trasversale, ricorre più frequentemente nelle aree a rischio di marginalità relazionale e culturale, alimentando il pensiero ruminante e l'isolamento che di questo è corollario». I modelli negativi, come quelli facilmente accessibili dal web, fanno poi il resto.

«La soluzione istituzionale si dovrebbe quindi misurare in calibrate proposte di opportunità e relazione, dei quali le periferie urbane e sub-urbane sono carenti - spiega Malandruccolo - Queste necessitano però di un intervento cerniera che accompagni il giovane a nuove modalità di approccio verso un inedito modello di visione di comunità. Ma è anche importante che l'arricchimento sociale e cognitivo si strutturi di pari passo con quello emotivo, altrimenti il peso della mutata consapevolezza verrà avvertito come una fragilità, che sarà tanto più presente, quanto più il giovane si spoglierà dell'esoscheletro precostruito, nell'intento resiliente di sottrarsi alle insidie attraverso l'omologazione. E 'questo il passo che le istituzioni devono compiere, la presa di coscienza che le politiche rivolte ai giovani non hanno valenza universale e, pur nella loro bontà, non sono sempre efficaci, sia nella proposta, che nel raggiungimento dell'obiettivo. Gli interventi di prevenzione andranno quindi affrontati con una rilettura del contesto ambientale, agendo quindi sulla valorizzazione delle vocazioni collettive e sulle creatività resilienti, per disegnare una riqualificazione umana incline al senso di collettività, riattivando la partecipazione, rendendo il giovane protagonista del suo percorso, nel rispetto delle aspirazioni. Due progetti che potrebbero collocarsi al centro di quanto affermato e rappresentare uno strumento efficace a metà fra socializzazione e formazione professionale, potrebbero essere la creazione di sale prova musicali e la realizzazione di corsi per videomaker, cavalcando e veicolando anche l'atavico senso di protesta e trasgressione che anima il mondo giovanile».