L'annuncio della fine dei lavori al teatro D'Annunzio ha rivitalizzato lo stanco dibattito sul futuro e le funzioni del Palacultura, chiuso dai lavori, senza riaperture progressive, da almeno quattro anni. "Teatro verso la riapertura" è anche il titolo di una nota di Latina Bene Comune, il movimento politico che esprime il sindaco e che attraverso i consiglieri Floriana Coletta, Gianmarco Proietti, Valeria Campagna ed Emilio Ranieri si dice convinta di una riapertura imminente e comincia a ragionare sul futuro e sulla gestione che si dovrà ipotizzare per questa struttura, un tema da più parti invocato in questi ultimi due anni da politici, associazioni e operatori dello spettacolo. Lbc oggi sembra di nuovo cambiare idea rispetto alla proposta che fece votare in consiglio comunale nel 2017, quella di privatizzare il teatro, affidandolo con un bando, e oggi chiede di valutare piuttosto la formula della società benefit, quella di una partnership tra pubblico e privato, rigettando l'idea di tornare a una Fondazione dopo le esperienze fallimentari del passato. «È importante – scrivono - dare un indirizzo politico chiaro in merito alla gestione. La soluzione della fondazione potrebbe avere effetti collaterali, la comunità ci ha già rimesso centinaia di migliaia di euro. Piuttosto, potremmo valutare la formula della società benefit. Quella di una partnership tra pubblico e privato, con la creazione di una consulta civica di esperti interna, potrebbe essere una pista innovativa, oltre che percorribile. Il teatro deve rappresentare il primo tassello per la creazione di una città culturale, una cultura diffusa e diramata in tutte le sue arterie cittadine». Non solo: la proposta di Lbc sembra contenere un ‘contentino' per le associazioni che hanno aspettato anni per rientrare nella struttura: «Potremmo pensare ad un periodo iniziale (per esempio due mesi) di apertura agli spettacoli delle associazioni teatrali della città – scrive il gruppo consiliare di Lbc - un tentativo con cui, attraverso la vitalità artistica delle associazioni del territorio, si possa dare nuova linfa al nostro teatro». Sarebbe interessante capire se questa proposta, società benefit e due mesi alle associazioni, è condivisa anche dal Pd, alleato nella coalizione ma da sempre in questi anni molto critico sulle ‘uscite' e sulle iniziative di Coletta e Lbc sul teatro. Lo fu nel 2017 quando con l'assessore di Muro si votò la proposta di privatizzarlo per inserirla nel Dup e lo fu nel 2020 quando Lbc, forza di governo, aveva proposto una petizione per riaprire il D'Annunzio. «Coletta è passato all'opposizione di se stesso – disse allora con parole molto incisive il consigliere regionale dem Enrico Forte - se si pensa che Lbc scrive al suo sindaco dopo 4 anni e mezzo chiedendo di far riaprire il teatro, una iniziativa surreale, di propaganda. Se chi amministra la cosa pubblica non vuole assumersi oneri o responsabilità perché ha timore di una autorità pronta a sanzionarla, succede quello che vediamo oggi, un blocco che non sappiamo quando sarà risolto». Ironia della sorte è che oggi a teatro non ancora riaperto l'assessore ai lavori pubblici che sovrintende a questa vicenda (Pietro Caschera) è di espressione Pd, ma finora non si è sbilanciato sulla gestione.
Le critiche a destra
Intanto Latina nel cuore e Fratelli d'Italia affondano il dito nella piaga: «Riapertura, verso la riapertura, riapertura imminente: siamo all'ennesimo atto di una tragicommedia targata Lbc. Non possiamo non rilevare che la "maggioranza di programma" ignori la grande ricchezza che la città di Latina può vantare sul piano culturale. Il "D'Annunzio", infatti, non è che una tessera di un mosaico assai più ampio composto dai Teatri "Cafaro", "Dei Mille" e "Ponchielli". Per non parlare della meravigliosa sala del Palazzo della Cultura e della Pinacoteca, tuttora inagibili». Il centrodestra critica la costituzione di una "società benefit" e i due mesi di gestione del teatro da parte di associazioni locali. «Latina ha professionalità e competenze culturali di rilevanza nazionale che Lbc non ha neanche preso in considerazione - scrivono - parlare di "consulta civica di esperti", significa mortificare la dignità culturale di una città importante come Latina. L'istituto della Fondazione, per Lbc, presenterebbe gravi "effetti collaterali". Anche l'aspirina presenta effetti collaterali importanti, ma non per questo si rinuncia a prenderla quando se ne ha bisogno. Nel merito, poi, gli "effetti collaterali" di cui parla Lbc sono stati da lei reclutati in campagna elettorale. I sintomi? Spregiudicatezza ed ipocrisia acuti». «Alla maggioranza diciamo: uscite dal tunnel della retorica e della propaganda ed iniziamo a confrontarci - concludono . nel merito, di politica e di amministrazione».
Il caso
Il teatro è sempre chiuso ma Lbc pensa già a chi affidarlo
Latina - Dopo la privatizzazione votata nel 2017 e la petizione a se stessa per riaprirlo, il movimento del sindaco ci riprova