Lo scontento all'interno della Lega inizia a diventare un problema serio per Claudio Durigon, coordinatore regionale del partito. In pochi mesi si sono moltiplicati gli addii e le proteste sui territori, come accaduto a Gaeta e Sabaudia recentemente (guarda caso comuni al voto il 12 giugno). Ma se la questione sembrava ridotta a malesseri locali, ieri l'altro è esplosa la bomba in Regione Lazio: la consigliera Laura Corrotti ha infatti annunciato l'addio al partito e, cosa che brucia ancora di più all'interno della Lega, è passata a Fratelli d'Italia. Uno schiaffo doppio, dunque.


Nel suo sfogo online in cui spiega le ragioni dell'addio, la consigliera Laura Corrotti chiama in causa anche il capogruppo regionale Angelo Tripodi. «Sono io che sbatto la porta, a testa alta - afferma Corrotti - Si erano sparse voci su un mio addio. Nessuno mi ha chiamato dal partito per capire se fossero vere. Il capogruppo della Lega in Regione Lazio arbitrariamente ha proposto al presidente del consiglio regionale del Partito Democratico la mia sostituzione come membro della commissione bilancio facendomi così decadere dalla carica di vice presidente. Dico grazie solo a Matteo Salvini; la mia stima nei suoi confronti è immutata».
Il coordinatore regionale Durigon, sulla vicenda, è stato molto cauto. «Auguriamo un buon lavoro alla consigliera Laura Corrotti. È una sua scelta personale e libera, la accettiamo e continuiamo a lavorare per un centrodestra sempre più forte che punta a vincere le elezioni regionali».

L'addio da parte della consigliera regionale, che transiterà in Fratelli d'Italia, è l'ennesimo segnare della difficoltà che sta vivendo il Carroccio a Roma e nel Lazio. I segnali di difficoltà per la Lega sono arrivati da più parti. Solo a Latina possiamo ricordare lo sfogo pubblico, poi rientrato, del capogruppo consiliare Massimiliano Carnevale. Ma è nel resto della provincia che le polveri sono infiammate. Per diverse settimane ha avuto una posizione critica sulla gestione del partito anche il deputato Francesco Zicchieri. Lui, assieme al capogruppo regionale Angelo Tripodi, rappresentano la componente più solida in contrapposizione a quella vicina all'ex sottosegretario Claudio Durigon, deputato e coordinatore regionale del partito.

Dopo il sostanziale azzeramento del partito a Gaeta e Sabaudia, tutti si attendevano un cambio almeno alla guida del partito provinciale, che è ancora commissariato, nella figura del senatore Gianfranco Rufa (che è di origini ciociare). La sensazione è che Claudio Durigon sta provando a non toccare nulla per evitare ulteriori fibrillazioni. Questo almeno fino al voto di giugno. Dopo qualcosa andrà fatta, perché sarà quello il momento dove tante questioni arriveranno in superficie, in particolare le tensioni sulle candidature per le regionali e le politiche. Le ambizioni sono tante, i posti a disposizione pochi.