Profondo conoscitore della città e della sua gente, Massimo Passamonti non ha mai smesso di interssarsi alle sorti del capoluogo, alle sue prospettive e alle sue derive. Stuzzicarlo sugli accadimenti più recenti è un esercizio dal risultato scontato: lui non si sottrae.
Passamonti, facciamo un po' di dietrologia: cosa c'è al di là dell'ingiustificabile scivolone della perdita di quasi sei milioni di finanziamenti per la messa in sicurezza delle scuole cittadine?
«Mi sembra di capire, passando da una dichiarazione ad una smentita, da una replica a qualche battuta, che dietro ci siano anni di inesorabile impoverimento della qualità e delle motivazioni professionali degli uffici comunali. Se nel caso delle scuole ci sono responsabilità, queste vanno accertate, ma mi riesce difficile pensare ad azioni dolose di sabotaggio. Probabile un'inerzia e una disaffezione sulla quale l'indagine interna una volta finita, dovrebbe allargarsi alla responsabilità politica di non aver coinvolto in questi anni gli uffici in uno sforzo amministrativo condiviso e corale».
Il sindaco si ostina a non voler ammettere che alla base del fallimento della sua amministrazione ci sia un "difetto" politico prima ancora che gestionale. E' soltanto un'impressione di questo giornale?
«La mancanza di personale è un problema di tutte le amministrazioni locali, ma il coordinamento delle azioni in campo è sempre dell'autorità politica e di governo. Mancare però un finanziamento importante per le scuole e per i ragazzi della città è imperdonabile, un fatto grave che non ammette giustificazioni organizzative o peggio di scelte fatte in base alla priorità. Mi dicono inoltre che ci sono altri finanziamenti pubblici importanti che rischiano di andare perduti. Sarebbe davvero intollerabile. E poi questa agenda delle priorità da cosa è fatta visto che tutto è in ritardo?»
L'imbarazzo del Pd per questa vicenda è palpabile; vede un modo con cui il Partito democratico, che oggi rappresenta il primo puntello dell'amministrazione Coletta, possa uscirne a testa alta?
«Il Pd ha fatto una scelta importante nel sostenere la candidatura a sindaco di Coletta. Ha ottenuto un risultato elettorale positivo. Ma è stato Coletta a trarne il maggior vantaggio riuscendo a vincere la sfida del ballottaggio. Senza questo sforzo comune il risultato poteva essere diverso al primo e al secondo turno. Le difficoltà del governo della città sono state aggravate certamente dalla pandemia e dalla crisi conseguente. La scelta di un governo tecnico ha avuto un senso subito dopo le elezioni per il contesto che si era creato e per le condizioni di agibilità del consiglio comunale. Adesso sembra già tutto diverso e la vicenda del mancato finanziamento per le scuole rischia di essere solo la punta di altre conseguenze che si potrebbero abbattere sul futuro della riqualificazione della città. Del resto se un governo tecnico scivola clamorosamente su aspetti tecnici e organizzativi diventa solo una contraddizione in termini. Il Pd come forza politica di tradizione e di riferimento a livello nazionale dovrebbe sollecitare a questo punto una verifica per passare ad un governo politico della città. Un governo con scelte condivise e perseguibili, realizzabili e qualificanti per il futuro di Latina. Scelte che testimonino che l'alleanza raggiunta un anno fa è stata frutto di una visione consapevole e motivata e non un appiglio forzato e di necessità».
Forza Italia, benché non abbia preso le distanze, sembra intenta a prendere le misure per un possibile taglio del suo "soccorso assistenziale" alla minoranza colettiana.
«Anche Forza Italia ha dimostrato un grande senso di responsabilità consentendo il varo della giunta. Per evitare che il senso di responsabilità diventi ansia di condizionamento è necessario che venga disegnato un percorso comune. A dicembre ci sarà il 90esimo anniversario della città. Bisogna lavorare per avere obiettivi comuni e coinvolgere ancora di più il consiglio comunale. Un Patto per Latina! Questo andrebbe scritto e realizzato con il concorso di tutti anche di chi oggi non è dentro la maggioranza».
Che possibilità ha Coletta di uscire dall'angolo in cui è andato a cacciarsi?
«Damiano Coletta deve abbandonare questo agire onanistico della politica e del governo della città. Per valorizzare e perseguire un futuro comune c'è bisogno di confronto con tutti e non solo con una corte ossequiante. Le opinioni diverse devono essere una risorsa e non un problema. Lui è il Sindaco di Latina deve ricordarselo e ricordarlo sempre. La città non ha più peso nell'equilibrio geo politico della provincia. Amministrazione Provinciale, Acqualatina, Camera di Commercio, Consorzio Industriale, Consorzio di Bonifica: la città non ha più il ruolo che dovrebbe avere. Latina sulla carta è ancora il capoluogo, ma per esserlo nella realtà deve tornare ad essere il centro e il motore di una visione complessiva del futuro del nostro territorio. Tra un anno si voterà per le politiche e per le regionali. Come si arriverà a questi appuntamenti? Il quadro istituzionale che ne scaturirà potrà vedere la nostra città tornare protagonista? Non è forse utile e necessario ragionare sulla prospettiva che forse Lbc non ci sarà più mentre il Pd ci sarà ancora? Che ruolo vuole giocare il Sindaco per essere protagonista di una stagione di riforme e di progetti veri e veramente utili a proiettare Latina verso un futuro migliore? Anche su questo bisognerebbe iniziare a confrontarsi apertamente e sinceramente».
Che possibilità ci sono che nel breve periodo l'attuale opposizione di centrodestra possa offrire una valida alternativa all'esperienza ellebiccina?
«L'opposizione non ha bisogno di opporsi ad ogni costo. Il periodo che viviamo e le sfide che ci attendono dovrebbero suggerire a tutti una maggiore responsabilità. Riconoscere all'opposizione un ruolo in un progetto di rilancio della città potrebbe essere utile. La presenza di Zaccheo in consiglio potrebbe essere una opportunità da valorizzare in modi condivisi. Una dinamica diversa del rapporto in una cornice di collaborazione per il bene di Latina potrebbe consentire a giovani dello schieramento moderato di crescere e costruire una proposta credibile e positiva, non solo rivendicativa, utile per le loro idee e per il bene di tutti».