Si torna a parlare dell'apertura dei varchi sul lungomare di Sabaudia. E' significativa una sentenza del Tar emessa nei giorni scorsi, un pronunciamento che tocca nel vivo una questione che da sempre fa discutere nella città delle dune. Tutto comincia con il ricorso presentato da alcuni privati proprietari di un immobile sul lungomare contro il Comune di Sabaudia. Nel mese di giugno 2021 l'Ente aveva ricevuto una nota da parte dell'Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli di Gaeta, Direzione Interregionale per il Lazio e l'Abruzzo in cui veniva chiesta la verifica della regolare chiusura di un varco nonché, in carenza delle dovute autorizzazioni, la regolarizzazione e la vigilanza sul rispetto dell'apertura. Un problema quello dell'accesso chiuso anche per i privati che inizia nel 1986 quando gli allora proprietari dell'immobile avevano presentato una domanda di condono edilizio.
Si arriva nel 2019 quando i ricorrenti presentato formale richiesta di concessione edilizia in sanatoria all' Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli di Gaeta. Successivamente, sempre i privati avevano segnalato la presenza del varco "distante 350 metri dal fabbricato di cui si era chiesta la sanatoria, quale accesso al demanio marittimo idoneo a soddisfare i requisiti di vigilanza doganale richiesti dalla legge" un varco situato nell'area demaniale concessa ad uno stabilimento balneare. Ne segue un sopralluogo congiunto effettuato dall'Agenzia e dalla Guardia di Finanza in cui viene riscontrata la chiusura del varco con cancello e lucchetto. Una chiusura che i ricorrenti hanno chiesto al Comune di verificare, in termini di regolarità, sostenendo che questa circostanza potesse compromettere, in base alla normativa vigente, il rilascio dell'autorizzazione in sanatoria.
Quindi sono i privati che ne chiedono l'apertura del varco o comunque i dovuti accertamenti da parte del Comune. Ma dall'Ente non è arrivata nessuna risposta e quindi è stato presentato ricorso. Il Tribunale Amministrativo ha ritenuto legittima la richiesta dei privati che hanno vinto il ricorso contro il Comune che ora dovrà fornire l'informazione richiesta e cioè se la chiusura dell'accesso con cancello e lucchetto sia "stata autorizzata dalle competenti autorità e, in mancanza, di regolarizzarne la posizione aprendo l'accesso e avendo cura di vigilare sul rispetto di tale determinazione". Questo entro un mese, in caso contrario subentrerà un commissario ad acta già nominato nella figura del Comandante della Capitaneria di Porto di Gaeta. Ma nella sentenza del Tar c'è molto altro ed a prescindere da quello privato viene affrontato il tema dell'interesse pubblico.
"Il problema della chiusura dei varchi di accesso alla spiaggia lungo la Via Lungomare di Sabaudia -si legge - è un fenomeno di comune conoscenza che si estende ben oltre alle problematiche dei varchi - oggetto del ricorso ndr - e si riflette direttamente sul diritto della collettività di accedere liberamente alla spiaggia di Sabaudia, lungo tutto il tratto costiero compreso tra il ponte Giovanni XXIII e il promontorio del Circeo". E poi ancora "Basta percorrere il tratto succitato per imbattersi in varchi chiusi o addirittura murati (soprattutto nel tratto delle ville), in accessi al mare costituiti da pedane/ponticelli lunghi decine di metri di dubbia legittimità, in cartelli di divieto di accesso con dicitura "proprietà privata non oltrepassare", ecc... Il fenomeno, come detto, è noto e purtroppo molto risalente, come attestano i numerosi articoli di stampa succedutisi nel tempo che riferiscono di pregresse indagini giudiziarie" .Cosa che rende ancora più necessaria l'azione di vigilanza da parte del Comune. Inoltre, nella sentenza viene ordinato che il fascicolo sul caso venga trasmesso alla Procura di Latina e alla Procura della Corte dei Conti.