Spiagge "impossibili" a causa dei varchi chiusi, i consiglieri di opposizione presentano un'interpellanza. Il documento, firmato da Egidio Calisi, Rita Petrucci e Barbara Consalvi è stato inoltrato oltre che al presidente del consiglio comunale anche ai competenti uffici della Guardia Costiera, alla Guardia di Finanza ed al Prefetto di Latina per quanto di sua competenza. Si parte da un presupposto e cioè il Regolamento della Regione Lazio numero 19 del 12 agosto 2016 sulla "Disciplina delle diverse tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime per finalità turistico ricreative" in cui all'articolo 13 si fa esplicitamente riferimento ai varchi.
"I comuni - si legge in un passaggio - prevedono di norma varchi di accesso all'arenile nella misura di uno ogni 300 mt di costa. Laddove nel raggio di 300 mt non siano presenti spiagge libere o spiagge libere con servizi che possano assolvere alla suddetta funzione è obbligatoria la realizzazione di un varco, anche nelle more dell'approvazione del Pua comunale". Il punto è molto articolato e indica anche come sia "fatto obbligo altresì ai Comuni di porre in essere tutti gli adempimenti necessari affinché le unità abitative, compresi i consorzi e i residence, adiacenti il demanio marittimo non ostacolino il libero e gratuito accesso all'arenile pubblico. A tal fine il Comune adotta gli opportuni provvedimenti per garantire la presenza di un varco ogni 300 metri e vigilare sulla libera fruibilità degli stessi".
Oltre al regolamento regionale, nell'interpellanza viene citata anche una sentenza, la numero 24390/2017 con cui la Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo un provvedimento del Comune di Carini in ordine alla sanzione amministrativa irrogata per violazione dell' articolo 20 C.d.S. per illegittima occupazione di una strada ad uso pubblico mediante l'apposizione di due cancelli in ferro che impedivano la libera circolazione e l'accesso al pubblico. «A sostegno della decisione adottata - scrivono i consiglieri nell'interpellanza - il giudice rilevava che l'indiscussa natura privata della strada non impediva, ma anzi valorizzava l'aspetto funziona le di varco al mare, sì da qualificarla come strada di uso pubblico, circostanza che legittimava il Comune ad adottare provvedimenti di regolamentazione del traffico veicolare e a disporre la rimozione di quanto ostacolasse tale uso pubblico della strada».
Dopo queste premesse, in riferimento all'applicazione del regolamento regionale i consiglieri di opposizione hanno chiesto in quale modo il Comune intenda attuarlo «su tutto il territorio, specificando nella risposta l'elenco degli accessi al mare individuati in base a tale documento, la loro localizzazione, il loro stato di fruibilità, gli eventuali motivi del mancato adempimento». Per quanto riguarda invece il precedente stabilito dalla sentenza di Cassazione i consiglieri hanno chiesto: «come si intenda garantire l'accesso pubblico al demanio marittimo nei casi di lottizzazioni, residences, privati, che (come segnalato sui social in particola re per le zone di via Terracina e nell'area di Quarto Caldo) impediscono l'accesso al pubblico verso beni del Demanio Marittimo. Si ritiene - concludono - stante la stagione turistica in corso, che la presente interpellanza abbia carattere di estrema urgenza, anche a evitare situazioni di rischio per l'ordine pubblico».