La prossima è la settimana dei collegi uninominali, tre alla Camera e uno al Senato su cui si giocano le ambizioni di molti dirigenti politici locali in vista delle Politiche del prossimo 25 settembre. L'intesa sui collegi uninominali è fondamentale per poi costruire i listini, in cui ad alcuni dei candidati nel maggioritario può essere garantito un paracadute proporzionale, spesso necessario come incentivo ad accettare sfide difficili nell'uninominale. Martedì o mercoledì il centrodestra si riunisce a Roma per definire la partita legata ai collegi. E quelli cosiddetti blindati sono pochissimi e tutti nel Lazio sud (gli altri in Lombardia e qualcosa in veneto).


I riflettori, dunque, si accendono sui tre collegi uninominali della Camera e quello del Senato. Partiamo dall'Uninominale 3 della Camera, quello di Latina. Qui nel 2018 si candidò Giorgia Meloni. La presidente di Fratelli d'Italia non ha ancora deciso cosa fare ma essendo questo un collegio blindato potrebbe decidere di candidare qualcuno della società civile. Oppure tenerlo per lei stessa. In questo secondo caso, le voci di corridoio dicono che il centrosinistra è pronto a contrapporle un nome forte, in grado di attrarre consensi nell'area moderata. Forse una donna.
Poi c'è l'uninominale di Frosinone, dove nessun pontino dovrebbe essere in corsa, mentre nell'uninominale 5 (Cassino Formia Gaeta Fondi Terracina) si parla con insistenza di una conferma per Paolo Barelli, attuale capogruppo alla Camera di Forza Italia. Questo metterebbe però a rischio il posto nell'Uninominale al Senato per Claudio Fazzone. Per lui c'è però la sicurezza del posto nel listino. Occhio poi ad Antonio Tajani: il leader di Forza Italia dovrebbe candidarsi al Senato e tutti danno per certo che chiederà proprio quel posto nel Lazio. Ma Forza Italia può prendere davvero due scranni su 4 sicuri nel Lazio? Fratelli d'Italia si accontenterà di un solo posto, lasciando l'altro alla Lega? Difficile, se non impossibile. Il braccio di ferro è già iniziato.