Il Partito democratico ha ufficializzato ieri le liste per le elezioni politiche e le polemiche sono state feroci. Esclusi eccellenti, nomi grossi messi in posizioni non eleggibili, altri inseriti in situazioni in cui bisogna sperare nel successo di altri candidati. Ma va detto che questo genere di reazioni e situazioni saranno comuni a tutti i partiti. Bisogna solo attendere l'ufficialità delle scelte. Il taglio di oltre trecento parlamentari, votato praticamente da tutti i partiti, consegna ora il conto. I dem pontini scelti per la missione impossibile di contendere i seggi uninomunali al centrodestra sono Tommaso Malandruccolo e Rita Visini per la Camera dei deputati. Un ciociaro, invece, nel collegio del Senato: Sergio Messore.
Qualche chance in più c'è nei listini plurinominali, quelli in cui i candidati vengono eletti attraverso il sistema proporzionale. Ma anche in questo caso le posizioni buone non vedono posizionato alcun pontino. Uno di quelli indicati dalla segreteria provinciale dem, il giovane Stefano Vanzini, si trova in terza posizione nel collegio Lazio 2 che è così composto: Orfini Matteo, Martini Stefania, Vanzini Stefano, Gangemi Valeria. Al Senato, invece, nemmeno un pontino in corsa. La squadra dem è formata da: Astorre Bruno, Furlan Annamaria, Sensi Filippo, Boccini Silvia.
Tante le polemiche, ieri, alla lettura delle candidature dem in tutta Italia. In provincia nessun commento, anche perché forse nessuno si aspettava granché. Tra i delusi, in qualche modo, anche il presidente del Consorzio industriale unico, Francesco De Angelis, per la candidatura del quale, nelle scorse settimane, si erano spesi il coordinatore regionale Bruno Astorre e gli esponenti dem pontini Salvatore La Penna, Enrica Onorati e Omar Sarubbo. Il loro appello è stato accolto in parte. De Angelis è finito candidato nel collegio plurinominale 3 della circoscrizione Lazio 1. Lì capolista è Claudio Mancini, che è candidato anche all'uninominale. De Angelis si trova in terza posizione ma potrebbe anche farcela nel caso in cui Mancini liberasse il primo slot con l'elezione al maggioritario. Difficile, ma non impossibile.