Quasi 2,5 milioni di euro da approvare con variazione di bilancio è l'ultimo amaro lascito della situazione finanziaria complessa che il commissario Carmine Valente deve gestire e deliberare prima con i poteri della giunta e poi con quelli del consiglio. E' questa la ragione che lo tiene ancora in Piazza del Popolo nonostante sette giorni fa sia stato proclamato sindaco Damiano Coletta che doveva riprendere in mano sorti e redini dell'ente con tutto il suo carico di criticità lasciate in sospeso. Proprio una di queste criticità, la gestione del servizio rifiuti da parte di Abc che resta la scommessa più grande della prima gestione Coletta, ha causato lo strascico finanziario che sta dietro la permanenza del commissario prefettizio in Comune, rendendola assolutamente necessaria. La legge prevede che un commissario possa restare dopo l'elezione di un sindaco nel caso eccezionale di atti per la cui adozione la legge fissa termini improrogabili o dalla cui omissione derivino rilevanti danni all'ente locale.

Tempi stretti per le delibere
Il caso è proprio questo perché Valente si appresta ad approvare in tempi stretti con i poteri della giunta, ancora non formata da Coletta, e del consiglio, un atto improrogabile ed urgente, ora all'esame dei revisori dei conti: la delibera di variazione del bilancio da circa 1,8 milioni per maggiori conferimenti di rifiuti indifferenziati all'impianto di trattamento di Rida Ambiente. Non solo: oltre a questa batosta relativa al servizio rifiuti l'altra variazione di bilancio da approvare in tempi celeri è relativa a circa 700mila euro di spese per l'elettricità e di spese per il ricovero dei minori stranieri non accompagnati. In tutto poco più di 2,5 milioni di euro che non erano stati previsti nel bilancio previsionale approvato a giugno scorso e che ora, per non creare una situazione potenzialmente e finanziariamente pericolosa per l'ente, vanno deliberati al più presto e senza poter restare appesi ai tempi lunghi di nomina della giunta Coletta e di insediamento del primo consiglio comunale.

Cosa è accaduto
Ma come è potuto accadere che un mese e mezzo dopo l'approvazione del bilancio sia stata attestata la salvaguardia degli equilibri di bilancio con delibera commissariale, (la numero 13 del 28 luglio 2022) e non si siano previsti questi costi aggiuntivi sui rifiuti indifferenziati? Sembra che la comunicazione di questa vera e propria batosta per le casse del Comune sia arrivata il giorno dopo l'approvazione di quel riequilibrio perché il dirigente del servizio Ambiente Santamaria ha attestato una richiesta di poco più di 1,8 milioni di euro da corrispondere a Rida, frutto della differenza tra la previsione di 27mila tonnellate di rifiuti indifferenziati (la cui somma era prevista e appostata nel Pef) e le 39mila tonnellate effettive registrate a fine luglio. Una differenza di 12mila tonnellate che non erano state previste nel Pef elaborato dal servizio Ambiente di concerto con l'azienda speciale Abc e approvato prima del bilancio previsionale.

La mancata previsione
All'origine di questa mancata previsione ci sarebbero i problemi della raccolta porta a porta unita ad alcuni disservizi che si sono registrati nel quartiere Piccarello. Qui si è verificato un ritardo causato dalla ditta nella consegna dei mastelli alle famiglie per la raccolta dei diversi matariali da differenziare che ha praticamente impedito la scomparsa dei vecchi secchioni della Latina Ambiente, deputati, nelle zone in cui sono rimasti, a raccogliere i rifiuti indifferenziati. Ecco allora che i livelli di scarto indifferenziato da conferire sono aumentati e la riduzione del carico su Rida non è avvenuta come previsto e non ha generato i risparmi attesi per l'ente. Una responsabilità di cui deve dare conto l'azienda speciale Abc che, a causa di questi ritardi, non sta seguendo il piano industriale e il cronoprogramma che si era data. Anomalie importanti che stanno ricadendo sul Comune di Latina e sui cittadini. L'amministrazione in sostanza ha dovuto tagliare somme da altri capitoli di spesa per trasferirli su questo capitolo da 1,8 milioni di euro e tutto questo ha richiesto scelte repentine e non indolori per altri servizi. Una situazione che sta pesando sulle casse, aggravata anche dalle maggiori spese per le bollette elettriche e per le somme da destinare al welfare e che ha spinto anche il dirigente del bilancio Diego Vicaro a certificare una impossibilità di assunzione di nuovi impegni di spesa corrente a valere sull'anno 2022 e significative difficoltà in ordine all'equilibrio finanziario». Si sceglie la via della prudenza per evitare scenari più esposti, e questo è un bene. Ma non sfugge il concetto che si doveva operare meglio e con controlli più stringenti in seno all'azienda più celebrata dall'amministrazione Coletta. Che dopo cinque anni di esercizio è ben lontana da quei livelli di economicità, efficienza e da quelle ricadute in termini di decoro e risparmio che doveva attestare sul campo.