"L'apertura del Teatro ha riacceso il dibattito politico sul "motore culturale" della città. Il motore culturale della città dipende dagli uomini e donne che ne assumono la responsabilità, qualunque ruolo ricoprano. Affrontare la questione "teatro" immaginando che il primo problema sia quello di decidere a chi consentirne l'uso a costi calmierati non stabilisce il giusto ordine di priorità e non offre alla "cultura" grandi prospettive strategiche". Così, in una nota, il neo segretario di Azione di Latina, Giampaolo Torselli.

"Certo che consentirne l'uso a costi calmierati non è una cattiva idea, anzi renderlo accessibile anche gratuitamente, ad esempio alle scuole per determinati eventi, non sarebbe neppure male. Come pure non è male l'idea di affidarne la gestione a professionisti di valore. Ma non si parte da qui. Innanzi tutto la politica dovrebbe interrogarsi su quale potrebbe essere il modello di gestione che più si adatta alla nostra città, per raggiungere quali obiettivi. Noi riteniamo che il modello debba essere quello della Fondazione, ma non è una nostra esclusiva e non vuole esserlo, essendo assolutamente aperta anche agli altri soggetti politici che pure hanno pensato ad analogo modello. Tuttavia, non esiste un solo "modello" di Fondazione, dovendosi anche valutare quali possano essere i soggetti disponibili a costituirla e non solo a gestirla. Qui si può aprire un tema serio: se la fondazione debba essere costituita solo da soggetti pubblici, e tra questi la Regione può essere un soggetto privilegiato, oppure coinvolgere anche soggetti privati, banche ma anche imprenditori. Non ultimo, valutare se in questo modello possano o debbano essere coinvolti anche semplici cittadini attraverso una modalità di partecipazione "diffusa" secondo modelli da definire. La scelta non deve essere ideologica ma pragmatica, sostenibile e utile (cioè rendere accessibili e fruibili eventi culturali della migliore qualità possibile). La scelta del modello non è indifferente, perché dovrebbe essere orientata anche a sottrarre la gestione della Fondazione dall'orientamento politico della maggioranza politica di turno, per affidarla ad un modello che, pur essendo frutto di scelte politiche, possa camminare su gambe proprie ed autorevoli. La scelta del modello deve essere strutturata, chiara e duratura, per evitare gestioni personalistiche e opache. Le amministrazioni partecipanti debbono garantirne la sostenibilità e il modello di gestione la piena operatività e funzionalità, che resti indenne dagli scontri politici di ogni tornata elettorale. Dovendosi invece valutare e controllare sulla base dei risultati in termini di offerta culturale e di sostenibilità economica. A nostro avviso si parte da qui. Poi si deciderà a chi fare gli sconti".