«Ho presentato una proposta di legge per l'abolizione del numero chiuso nelle facoltà di Medicina». Lo ha annunciato l'altra sera il senatore di Forza Italia Claudio Fazzone nel corso di un evento di campagna elettorale della candidata di Latina Annalisa Muzio. L'obiettivo è quello di eliminare la selezione coi test che oggi rappresenta il filtro per entrare a Medicina ed è stata spesso contestata in quanto non sarebbe per nulla un sistema di filtraggio legato alla competenza dello studente, ma un quiz dove conterebbe più la fortuna che la preparazione. Fazzone è invece convinto che «debba essere l'Università, lo studio, gli esami a selezionare i medici di domani». Dunque spazio all'iscrizione e poi i migliori andranno avanti.

Il senatore azzurro non è solo in questa battaglia, dal momento che già da tempo esponenti del suo partito e del centrodestra in generale stanno riflettendo sulla necessità di modifiche legislative. Pochi giorni fa il ministro dell'Università Anna Maria Bernini ha istituto un gruppo di lavoro per ragionare se è il caso di superare l'attuale sistema o se sarà sufficiente proseguire aumentando il numero di posti per le matricole come è avvenuto negli ultimi anni, in cui si è passati da poco più di 9 mila posti a 15 mila, con un aumento del 50 per cento. Fazzone però va oltre e ha predisposto una vera riforma per abolire il numero chiuso attraverso un disegno di legge. «Abbiamo persone che esercitano in Italia dopo aver preso l'abilitazione in altri paesi. Questo è assurdo. Perché non li formiamo noi i nostri medici? All'Italia, lo dimostrano i numeri, servono medici e sta alle università il compito di formarli. Abbiamo un numero di medici assolutamente insufficiente per il presente e per il futuro, mentre ragazze e ragazzi restano esclusi ogni anno dal corso di laurea a causa di un test».

Ma da quando esiste il numero chiuso? Fu introdotto per legge, ricorda il sito di Consulcesi, nel 1987 tramite apposito decreto dall'allora ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Ortensio Zecchino. Una svolta non soltanto per Medicina, ma per gran parte delle facoltà a carattere scientifico, che sanciva il principio di relazione tra il numero di studenti e la capacità delle singole strutture di ospitarli, la disponibilità dei professori, la possibilità di svolgere laboratori e lezioni. Oggi la situazione è decisamente diversa e la carenza di medici ha riaperto il dibattito.