Cerca la conferma dopo cinque anni intensi vissuti in via della Pisana, Salvatore La Penna. Il consigliere regionale del Pd sta affrontando questa campagna elettorale col piglio di sempre, girando in lungo e in largo la provincia a caccia di voti per lui ma anche per il partito. Perché lo spettro maggiore è proprio quello di avere di fronte un elettorato che non "sente" questa campagna elettorale.
«Siamo preoccupati soprattutto di questo. Gli elettori sono distanti, la Regione viene vista come qualcosa di lontano. In campagna elettorale stiamo provando a spiegare che non è così, che votare il 12 e 13 febbraio è importante. Io ho scelto lo slogan il Lazio vicino proprio per dare questo messaggio. Noi stiamo puntando su quanto fatto in questi 10 anni di giunta Zingaretti e proviamo a far comprendere agli elettori quanto sia importante non riconsegnare il Lazio a quel centrodestra che aveva portato la regione nel baratro dal quale l'abbiamo risollevata noi».
A cosa fa riferimento in particolare?
«Ovviamente alla sanità in primo luogo. Grazie alle amministrazioni di centrosinistra siamo usciti fuori dal commissariamento, abbiamo risanato i conti e riaperto la possibilità di fare assunzioni nelle Asl. Nella nostra provincia sono stati anche finanziati due importanti progetti di edilizia sanitaria come i nuovi ospedali di Latina e del Golfo, oltre al potenziamento del Santa Maria Goretti. Bisognerà fare di più col personale medico perché servono più assunzioni se vogliamo migliorare i tempi delle liste d'attesa. Vorrei ricordare quanto sia stato efficiente l'approccio all'emergenza covid, con misure mirate e capillari. Ma rispetto a come abbiamo ereditato la regione non possiamo dimenticare che sono stati innovati oltre l'80 per cento dei mezzi Cotral e del trasporto ferroviario regionale. Oggi non tutto è perfetto, ma stiamo meglio di dieci anni fa».
Avete puntato molto anche su cultura e agricoltura in queste settimane.
«Certamente. La cultura è stata rivoluzionata e potenziata, con investimenti consistenti che pongono il Lazio al primo posto in Italia. Poi abbiamo riaperto teatri e promosso iniziative che portano turismo e rilancio economico. Perché siamo convinti che con la cultura si possa creare sviluppo ed occupazione. Uno dei motivi per cui chiediamo la conferma è proprio perché questa nostra compagine politico-amministrativa è quella che ha posto le basi per le risorse straordinarie del Pnrr e siamo pronti a proseguire il lavoro».
Le infrastrutture, luci e ombre?
«Di certo ci sono molte cose da risolvere. Non mi appassiona la gara a mettere il cappello sulla paternità o meno di un'opera. In questi anni c'è stato, ad esempio per la Roma-Latina, un iter burocratico molto complesso. Non dimentichiamo che la regione era arrivata a fare la gara d'appalto e l'ha anche espletata, poi sono arrivati i ricorsi e quel che ne è conseguito. Oggi siamo tutti orientati a chiedere nuovi investimenti su infrastrutture. Pertanto ben vengano le iniziative sulla Roma-Latina, bene anche il lavoro effettuato sulla Bretella Cisterna-Valmontone propedeutico al commissariamento e bene anche lo stanziamento dei fondi per altre arterie come la Formia Cassino. Bisogna poi valorizzare gli asset portuali del nostro territorio».