Ci siamo. Seggi aperti oggi fino alle 23, e domani, dalle ore 7 alle 15. Poi inizierà lo spoglio. Il sistema elettorale delle regionali è a turno unico: non è previsto quindi il ballottaggio. Il presidente della Regione Lazio viene eletto direttamente dai cittadini. In corsa cinque candidati alla presidenza: Alessio D'Amato, Francesco Rocca, Donatella Bianchi, Rosa Rinaldi e Sonia Pecorilli. Ognuno di loro è sostenuto dalle liste che concorrono a formare il Consiglio regionale.


L'80% dei seggi del consiglio regionale viene assegnato invece con metodo proporzionale, alle liste circoscrizionali concorrenti, con l'applicazione di un premio di maggioranza del 20% alle liste collegate alla persona eletta presidente. Le circoscrizioni coincidono con le province del Lazio, quindi Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo.

Si può votare per un candidato alla carica di presidente, tracciando un segno sul contrassegno o sul nome del candidato prescelto, senza alcun voto ad una lista circoscrizionale.

Si può votare per un candidato alla carica di presidente della Regione, tracciando un segno sul contrassegno o sul nome del candidato prescelto, e per una delle liste circoscrizionali ad esso collegate. Si può votare anche per una lista circoscrizionale e basta, ma in tal caso il voto si intende validamente espresso pure per il candidato presidente collegato.

A differenza delle politiche, alle regionali è ammesso il voto disgiunto. Cioè ci si può esprimere per un candidato a presidente e poi invece scegliere una delle altre liste a lui non collegate. C'è quindi il punto dell'alternanza di genere, con la possibilità di esprimere fino a due preferenze, scegliendo tra un candidato e una candidata che appartengano alla stessa lista e scrivendo i loro cognomi e nomi sulla scheda elettorale. Nel caso però si indichino due uomini o due donne, la seconda preferenza verrà annullata. La legge elettorale regionale è la numero 2 del 2005, modificata però con la legge regionale numero 10 del 2017. Tra le modifiche vanno ricordate: l'abolizione del cosiddetto "listino", cioè l'elenco di 10 candidati consiglieri collegati al candidato presidente ed eletti automaticamente insieme a lui in caso di vittoria, come premio di maggioranza; l'introduzione della parità di genere, attraverso la doppia preferenza (purché a candidati di sesso diverso) e l'obbligo di garantire il limite del 50% ai candidati dello stesso sesso nelle liste circoscrizionali; il divieto del terzo mandato consecutivo per il presidente della Regione (salvo che uno dei due mandati precedenti sia durato meno di due anni, sei mesi e un giorno per causa diversa dalle dimissioni volontarie); la garanzia di almeno un consigliere regionale eletto per ogni provincia. Quindi l'ineleggibilità in consiglio regionale per i sindaci dei comuni con più di 20.000 abitanti e l'ampliamento dei casi di esenzione dall'obbligo di raccogliere le firme per la presentazione delle liste elettorali.