Angelo Tripodi, rieletto consigliere regionale e con un grande risultato personale di consensi. Altri cinque anni in Regione ma stavolta tra i banchi della maggioranza. Quali aspettative ha davanti?
«Siamo orgogliosi del lavoro svolto sul territorio. Ora Latina e la nostra provincia possono tornare a volare con una Regione amica e un Governo amico. Non abbiamo più alibi. Sono l'unico consigliere eletto nelle file della Lega per ben due legislature, da quando il partito ha partecipato alle regionali del Lazio. Il partito ha ottenuto il 12,71% a livello provinciale rispetto al 12,40% del 2018, dove siamo stati eletti in quattro. Sono capogruppo uscente di un gruppo di ben sette consiglieri. Donne e uomini straordinari, intendo ringraziare ognuno di loro. Non mi hanno mai fatto mancare la fiducia e il sostegno anche nei momenti delicati».
La pattuglia di consiglieri regionali pontini è la più folta di sempre: è la volta buona per ottenere risultati per il territorio?
«Certo, Latina e la nostra provincia devono tornare ad essere un'opportunità di vita. Sono un italiano d'Africa. Nel 1970 i miei genitori, insieme alle mie sorelle, furono cacciati da Gheddafi. A Latina è iniziata la nostra seconda vita come per tantissimi italiani e migranti. Pertanto, cercherò sin da subito di fare squadra con gli altri colleghi pontini per rilanciare e per cogliere le opportunità a favore del territorio. Bisogna andare oltre le appartenenze partitiche e fare squadra. Questo è stato lo spirito con cui ho vissuto la legislatura precedente, mi auguro che ci sia un cambio di passo sostanziale. Non possiamo permetterci più divisioni sia sullo sviluppo economico sia sugli investimenti che sui gap. Gli ultimi 10 anni sono stati fallimentari: non siamo più attrattivi. I giovani vanno altrove sia da Latina sia dall'entroterra che dal litorale. Va ricostruito il rapporto con l'impresa che è stata abbandonata, nonostante le ottime proposte presentate alla Regione Lazio. Penso al nuovo ospedale di Latina».
Nella scorsa consiliatura si è battuto molto per il tema dell'erosione costiera. Cosa va fatto adesso per arginare davvero questo storico problema?
«Con Francesco Rocca affronteremo immediatamente le immense emergenze del nostro territorio. La commissione Erosione costiera è stata istituita dopo la nostra proposta nella precedente legislatura e certamente continuerà ad esserci. Il Pd e il centrosinistra hanno abbandonato il litorale dal 2013. Poi c'è stato un leggero cambio di rotta, al di là di un approccio ideologico che mette a rischio la costa. Sabaudia ha registrato il crollo dell'arteria litoranea, la stagione è a rischio. Il capoluogo vive lo stesso fenomeno. Però mi permetta di dire che i nostri Comuni non hanno saputo cogliere l'opportunità dei fondi per la difesa della costa. Non parliamo solo di Latina-Sabaudia, il cui protocollo da 1.100.000 euro e il fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) da 5.500.000 sono fermi al palo, ma anche di enti amministrati dal centrodestra. Non sono stati utilizzati i fondi per l'acquisto di una draga per il territorio. Ecco, c'è bisogno di un cambio di passo. Un intervento risolutivo, ma le risorse vanno spese e bene, partendo dal porto canale di Rio Martino.
La giunta Rocca ha davanti mesi complicati: quali dovrebbero essere a suo avviso le priorità da affrontare?
«Sì, la giunta Zingaretti non ha approvato la legge di stabilità e la Regione Lazio è in esercizio provvisorio. Dal 2024 dovremmo pagare il maxi mutuo da 10 miliardi di euro contratto da Nicola Zingaretti con lo Stato nel 2013, la cui rata è di 325 milioni di euro l'anno. In più dovremmo affrontare la tassazione asfissiante sui cittadini e sulle imprese del Lazio per quanto riguarda il disavanzo sanitario: Irpef 0,50% e Irap 0,92%, il cui extragettito è stato speso per i trasporti e altre finalità, nonostante l'anomalia rilevata dalla Corte dei Conti. Parliamo di circa 754 milioni di euro per il 2021. Non ci aspetta una situazione semplice. Però occorre ricostruire la sanità del territorio e le risorse ci sono. I servizi sanitari devono tornare ad essere operativi h24 con le strutture intermedie all'avanguardia, con dei posti letto che permettano gli interventi sanitari a media-bassa intensità per evitare gli accessi impropri nei pronto soccorso e per ridurre i tempi biblici delle liste d'attesa. Potenzieremo la Radiologia, a partire dalle Tac, nelle Case della Salute dell'entroterra: Cori, Priverno e Sezze che hanno subito la conversione degli ex ospedali. C'è l'urgenza di superare il numero chiuso a Medicina, aprendo la facoltà ai giovani. Non è tutto. Mai più i Punti di assistenza territoriale aperti come un supermercato e senza un medico: dalle 8 alle 20. Occorre avviare subito i corsi per i medici sull'idoneità all'attività di emergenza sanitaria territoriale. E' previsto dall'articolo 96 dell'Acn ed è essenziale anche nei punti territoriali. Basta con i disagi del pronto soccorso del Santa Maria Goretti; i nosocomi di Terracina e Fondi devono tornare al centro della sanità provinciale in attesa degli ospedali del Golfo e di Latina. Inoltre, c'è un'ingiustizia clamorosa nel 2023: alcuni Comuni della provincia di Latina convivono senza acqua potabile, in particolare nelle frazioni. Accade a Terracina, dove la candidata regionale Sara Norcia, già consigliere comunale e provinciale, si è battuta molto e abbiamo stanziato 100mila euro nella precedente legislatura per tendere la mano ai residenti di Campo Soriano e Santo Stefano. La Regione Lazio deve mettere intorno ad un tavolo gli enti coinvolti per ridare dignità ai cittadini, che sognano di avere l'acqua. Non vorrei dilungarmi, ma bisogna lavorare ai testi unici dei comparti per superare le leggi contradditorie e la burocrazia. Infine, lo sblocca opere con il ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini, e la nostra provincia ha le carte in regola per ripartire».
Il risultato della Lega è stato al di sopra della media dei sondaggi sia in provincia sia soprattutto a Latina città. Adesso rivendicherete il candidato sindaco del capoluogo?
«Una premessa. Vincenzo Zaccheo ha trasmesso alla nostra generazione dei capisaldi quando i partiti erano delle palestre di vita: l'umiltà, il dialogo, il rispetto e il territorio. Ci ha guidato quando eravamo giovani. Si interessava di noi: dalla formazione alla sezione al partito. Gli devo tutto anche oggi. Se sono un uomo migliore è grazie ai miei genitori, ma anche a lui e ai nostri pilastri della destra di Latina e provinciale: Ajmone Finestra, Sesé Caldarini, Benito Berna e Nino Palliccia. Certamente le circa 4mila preferenze su Latina rappresentano un mondo politico trasversale, che ha rotto gli schemi tradizionali. Ecco, Latina ha l'esigenza di una squadra autorevole. Non esiste un sindaco solo al comando. Occorrono le eccellenze migliori in vista del centenario di Latina. Sogno un sindaco che conosca la macchina amministrativa, che unisca la città e smetta di dividerla. Sì alla pacificazione, sì alla rifondazione. Ora o mai più. C'è bisogno di maturità tra i partiti e i movimenti civici. Non possiamo più sbagliare per Latina. Abbiamo davanti 5 anni di filiera di governo e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Latina ha perso fin troppo tempo e non ci possiamo permettere salti nel vuoto. Saremo decisivi e determinanti per l'affermazione del centrodestra a Latina».
A cosa aspira Angelo Tripodi in questa consiliatura? Punta a qualche incarico?
«Ho preferito sempre il "noi" all'"io". Saremo protagonisti».