Incrociare un esponente politico mentre esce dal tribunale e fiutare la notizia è un tutt'uno. E anche se Cosimo Mitrano, ex sindaco di Gaeta ed ora eletto in Consiglio regionale nella lista di Forza Italia, ha l'aria sorridente e soddisfatta che stride con quella di chi abbia avuto contatti ravvicinati con la giustizia, vale comunque la pena fare un tentativo. La buttiamo lì.

Consigliere, problemi?
«Tutt'altro. Sono appena uscito dall'ufficio di Presidenza dove ho messo la mia firma in calce al verbale di proclamazione. Siete i primi, dopo il Presidente del Tribunale, a parlare con il consigliere regionale Mitrano».

Se Lei è d'accordo, l'occasione vale un'intervista. Ci sta?
«Con grande piacere. Carta e penna ce li ha lei, il caffè lo offro io, il bar eccolo là».

Onorevole Mitrano, (si dice così anche per i membri dell'assemblea regionale) 12.087 voti sono tanti, dove è andato a prenderli?
«Li ho presi in tutti i comuni della provincia di Latina, tranne uno. A Rocca Massima non mi ha votato nessuno, nemmeno un voto».

E invece dove è rimasto positivamente sorpreso?
«Soprattutto a Latina, dove non mi sarei aspettato un'accoglienza così calorosa. Sì, confesso che la sorpresa più grande è stata quella del capoluogo».

Magari sono stati degli amici che hanno lavorato bene per lei.
«Amici ne ho diversi a Latina, è vero, ma se vuole saperla tutta, la mia campagna elettorale si è svolta quasi per intero a Latina; in un mese ci sono stato almeno venti volte per incontrare persone, soprattutto cittadini».

E a parte i 1.064 voti ottenuti, cosa ha trovato a Latina?
«Ho percepito dalle persone che ho incontrato una grande voglia di politica vera, concreta, fatta di gesti, di scambi, di reciprocità. I cittadini di Latina, come gli altri che ho incontrato in giro per la provincia, hanno voglia di semplicità e di chiarezza».

E di cosa ha parlato con tutte le persone che ha incontrato durante la campagna elettorale?
«Soprattutto di sanità, di viabilità e di welfare, che mi pare siano le cose che stanno più a cuore a ciascuno di noi tutti. Ma la scoperta vera è stata quella di scoprirmi ogni volta a mio agio, autentico, anche nel parlare in dialetto con persone che forse nemmeno capiscono il gaetano. E comunque, ad ognuno ho sempre detto molto apertamente, se non ti piaccio non mi votare».