Sette giorni portano consiglio. E anche le critiche provenienti da più parti, come l'affondo del segretario provinciale Omar Sarubbo dopo la nota di Elettra Ortu La Barbera, ma soprattutto il timore di esporsi da soli e lasciare campo, stavolta non più definibile ‘largo', al Partito Democratico. Fatto sta che Damiano Coletta fa retromarcia rispetto alle dichiarazioni della sua segreteria politica e decide di sottoporsi alle primarie di coalizione per la scelta del candidato sindaco, mettendo il suo nome a disposizione di Lbc. La decisione è emersa ieri nell'assemblea dei soci del movimento ed è stata accolta all'unanimità dai componenti dell'organo deliberativo della civica, tenuto sui carboni ardenti da una settimana piena di polemiche e culminata domenica con la notizia dell'elezione di Valeria Campagna nella direzione nazionale del Partito Democratico. La Campagna si era iscritta al Pd 24 ore prima della prima assemblea nazionale che ha dato ufficialmente inizio alla segreteria di Elly Schlein e ieri si era dimessa dal consiglio generale di Lbc, essendo le due cariche, afferenti a partiti diversi, incompatibili.
Proprio la perdita di una figura come Campagna, la più votata in Lbc con più di mille preferenze nel 2021 e un percorso iniziato da tempo di stampo civico ma in una rete di rapporti collaudati sempre a latere del Pd deve essere stato l'ultimo colpo ben assestato che ha portato Coletta a riflettere sul futuro del suo movimento che rischia, in queste condizioni, di scomparire. Di qui il cambio di rotta e la volontà di gareggiare a pari merito con gli altri della coalizione quando fino a pochi giorni fa la porta sembrava irrimediabilmente chiusa, come certificato dalle dichiarazioni del movimento firmate Ortu La Barbera e contestate dai segretari del Pd.