Nel tortuoso e impervio percorso che sta portando il centrosinistra a delineare metodo e candidato per le prossime comunali, si aggiunge un altro tassello. Ieri dopo il primo incontro tra le delegazioni di Pd e Lbc è emersa chiara la volontà di costruire il percorso delle primarie di coalizione, riprendendo il dialogo da dove si era interrotto dopo le dichiarazioni della segretaria del movimento Elettra Ortu La Barbera che andavano in tutt'altra direzione. Il dietrofront rispetto alla prima posizione di Lbc, contraria alle primarie, era infatti emerso dall'assemblea dei soci nel quale sono stati accolti tre indirizzi, la preso d'atto della disponibilità di Coletta a candidarsi, la prosecuzione del lavoro per la costruzione di una coalizione alternativa alla destra che passi per le primarie e il mandato alla delegazione per trattare negli incontri con il Pd e gli altri partiti. Il Pd ha incassato dunque la convergenza sulla sua posizione, primarie senza se e senza ma, e ieri ha accolto anche la proposta avanzata da Lbc di posticipare la data di una settimana ovvero dal 26 marzo al 2 aprile, per avere più tempo per organizzare questo passaggio.
Il Pd si è poi riunito nella direzione straordinaria di ieri pomeriggio, un incontro nel quale è stata espressa soddisfazione sulla posizione auspicata, sostenuta in modo unanime e compatta dal partito e accettata giocoforza alla fine anche da Latina Bene Comune. La soddisfazione era palpabile per l'unità espressa dal partito in questa occasione, risultato anche della particolare chiarezza e fermezza con la quale i due segretari democratici Leonardo Majocchi e Omar Sarubbo hanno censurato le parole della segretaria di Lbc Elettra Ortu La Barbera. Majocchi aveva definito le primarie uno strumento di apertura e di coraggio, di legittimazione democratica e di confronto mentre Sarubbo aveva ripercorso con chiarezza i passi fatti con la civica: «Prima abbiamo amministrato insieme anche se per pochi mesi - aveva detto - a seguire LBC ha sostenuto il centrosinistra alle elezioni regionali, in ultimo molti di voi hanno partecipato al percorso costituente del nuovo PD ed alle primarie del 26 febbraio. Non scorgo alcun dato o proposta "contronatura" in questo cammino condiviso. Mi permetto, quindi, di invitare a pesare le parole in frangenti così delicati. Abbiamo solo affermato il convincimento di prediligere una piazza democratica ad un consesso decisionale ristretto. Si tratta di un metodo che per noi è sostanza». Oggi si prosegue sulla strada unitaria nei dem, ma è evidente che lo scoglio più delicato adesso è trovare un nome unico e condiviso da proporre nelle primarie per confrontarsi con l'ex sindaco: tra Daniela Fiore, Enzo De Amicis e Marco Fioravante, può essere, a questo punto, uno soltanto lo sfidante di matrice dem nella competizione aperta alla città. Potrebbero poi non mancare le sorprese perché c'è anche chi, nel Partito Democratico vedrebbe bene l'ipotesi di schierare come candidata proprio Valeria Campagna, l'ultima arrivata in casa dem forte della nomina nella direzione nazionale di Elly Schlein e simbolo del nuovo percorso di contaminazione e apertura che il Pd sta portando avanti. Potrebbe essere il nome che altera gli equilibri e rimescola le carte, quasi un derby e col favore dei pronostici, nello scontro diretto proprio col suo mentore Damiano Coletta.