Una donna di partito pragmatica e concreta, cresciuta in Fratelli d'Italia, attenta al sociale con un bagaglio di valori rassicuranti. Matilde Celentano è il primo candidato sindaco ufficiale del turno elettorale del 14 e 15 maggio nel capoluogo, scelta dal centrodestra per provare a riconquistare la guida della città dopo due commissariamenti e sei anni di amministrazione civica a guida Coletta. Medico della Asl nel campo dell'assistenza sociosanitaria e sul territorio da anni, Celentano ha scelto la strada dell'impegno politico nel 2016 venendo eletta nella lista a sostegno del candidato sindaco ed è stata due volte consigliera comunale e presidente della commissione trasparenza.

Da dove arriva la candidatura a sindaco di Matilde Celentano?
«Il mio è stato un percorso naturale nel partito nel corso di questi anni, sono sempre stata presente nelle fasi importanti di Fratelli d'Italia e quando è stato il momento di scegliere un profilo per la candidatura c'è stata convergenza sulla mia persona dall'ultimo dei militanti fino ai vertici. La candidatura arriva dall'impegno e dalla determinazione di una donna che un giorno ha scelto di dedicare il proprio impegno alla causa dei valori in cui ha sempre creduto».

In quali valori crede e quali saranno quelli che proprio non potrà fare a meno di trasferire nella sua idea di governo della città?
«Sono i valori con i quali sono cresciuta fin da bambina, sono figlia di insegnanti e sono stata educata al rispetto degli altri e delle diversità, credo nell'onestà, nel sacrificio, nel senso di appartenenza, nello spirito di condivisione, nella giustizia sociale. Sono convinta che se una persona crede in tutto questo, non può fare a meno di cercare di trasferire all'esterno, nei rapporti umani, nell'esperienza professionale e anche nell'azione politica, questo modo di intendere la vita». 

Fare il sindaco non è soltanto trasferire un'idea o un messaggio alla città. È fare cose concrete, quelle che, forse, sono mancate in questi anni.
«Ne sono consapevole. E nella nostra città, Latina, c'è bisogno di fare un sacco di cose, praticamente tutto, visto lo stato in cui si trova. È come una casa rimasta chiusa per anni: apri la porta e capisci che è tutto da sistemare in fretta se non vuoi vederla crollare».

Lei cosa farà, per sistemarla, se venisse eletta?
«Intanto per fare il Sindaco, specie in una città importante come Latina, è necessario un grandissimo lavoro di squadra. Bisogna avere al fianco una squadra, preparata, capace e con un grande amore per la città, sia in Consiglio Comunale che in Giunta. Le cose concrete saranno nel programma di mandato che sto preparando in questi giorni insieme alle forze politiche che mi sostengono. Nelle prossime ore incontrerò tutti i rappresentanti del centro destra per confrontarci. So già che sarà un lavoro di grande qualità».

Quale sarà la sua priorità?
«Quello che posso anticipare, perché sono sicura sia una esigenza di tutta la città, è che bisognerà ridare dignità a chi lavora nell'amministrazione comunale. La struttura comunale è fondamentale, i dipendenti comunali saranno i miei primi importanti collaboratori. In questi anni da consigliere comunale ho potuto apprezzare le grandi professionalità e le competenze della stragrande maggioranza delle persone che lavorano in Comune. Professionalità e competenze che purtroppo sono state spesso schiacciate da logiche incomprensibili. Ecco, la prima cosa che farò sarà quella di far capire a tutti loro che ho bisogno del loro aiuto, delle loro professionalità e delle loro competenze per risollevare la città. Sono certa che troverò grande disponibilità».

La storia del centrodestra degli ultimi 20 anni è stata caratterizzata dalle divisioni interne come quelle tra Fratelli d'Italia e Forza Italia, da candidature divise (Calvi e Calandrini nel 2016) o che non hanno convinto come quella di Vincenzo Zaccheo. Oggi lei ha la responsabilità di cambiare passo anche nella coalizione. Pensa che riuscirà a non farsi ‘tirare per la giacchetta' per usare una espressione politicamente nota?
«Nella vita, sia privata che professionale, non mi sono mai fatta condizionare o tirare, come dice lei, per la giacchetta. Le ho già detto che per amministrare una città come Latina è necessario un importante lavoro di squadra, questo dovrà avvenire però nel totale rispetto dei ruoli e delle competenze di ognuno. So già che ci sarà grande condivisione su questo concetto. Per quanto riguarda il centrodestra in questo momento non ci sono divisioni, c'è armonia totale e confido nel fatto che sarà così anche in un eventuale governo della città, sono certa che ci sarà ampia convergenza sugli obiettivi da realizzare».

Siamo a un passo dalle primarie, chi teme di più tra Fiore e Coletta e cosa pensa del civismo?
«Per me uno vale l'altro, sono concentrata sul mio percorso e sul mio programma e non temo nessuno dei due. Il civismo credo sia stata una stagione politica portata avanti da tante persone in buona fede che ci hanno creduto veramente, ma non sempre ha funzionato. Il civismo, però, può essere un valore se aggiunto alle componenti politiche e può rispondere alle esigenze della città. Ben vengano le componenti civiche come pure altre liste della società civile, ma il punto di riferimento deve restare la politica con la sua struttura i suoi valori e i suoi programmi».

Con quali criteri state costruendo le liste? Ci saranno esponenti della società civile?
«Ogni formazione politica della coalizione di centrodestra sta mettendo in campo un grandissimo impegno e ci sarà anche una lista del sindaco a cui sto lavorando. Sono molto fiduciosa nel lavoro che si sta facendo. In questi giorni ho incontrato tante persone, vere, preparate, coraggiose, con tanta voglia di fare per il bene di Latina e molti sono esponenti della società civile che vogliono provare a dare il loro contributo».

Rifiuti, decoro, urbanistica, scuole. Le cito quattro aree di intervento urgenti. Che idee ha per questi settori nel suo programma?
«Come ho già detto, il programma lo sto elaborando in questi giorni con le forze politiche che mi sostengono. C'è un confronto molto produttivo e credo non sia corretto anticipare in questa fase argomenti su cui voglio che prima ci sia la condivisione di tutti. Quello che posso dire è che sono molto decisa ad affrontare fin da subito le cose non vanno in questa città e in quelle aree ci sono molti aspetti che non vanno. Le aree che lei ha citato sono sicuramente una priorità e le affronteremo da subito».

 Qual è la sua idea di città? Come vorrebbe che diventasse Latina?
«Vorrei tanto fosse una città normale. Dove per normale intendo una città in cui si pensi prima di tutto ai bisogni dei cittadini, a quelli più fragili, agli anziani, ai bambini, agli indigenti, a chi è in difficoltà. Vorrei una città dove le cose semplicemente funzionino, dove per fare una carta d'identità non ci vogliano settimane, dove le caldaie delle scuole vengano sistemate durante l'estate così, quando arriva il primo freddo, siano già funzionanti, dove le buche nelle strade non debbano diventare voragini prima che qualcuno se ne occupi.
Una città dove chi vuole aprire una attività, piccola o grande che sia, deve sempre trovare l'amministrazione comunale al proprio fianco ad aiutarlo, veloce e semplice nella burocrazia, magari con qualche incentivo, per fargli capire che sappiamo qual è lo sforzo che sta facendo e sappiamo che con la sua impresa porterà benefici alla comunità. Vorrei una città normale, dove ci si confronta con le idee, quelle non urlate, dove si rispetta l'idea dell'altro anche se non è condivisa. Una città normale dove si pensa ad una idea di futuro mettendo in campo le risorse migliori, le migliori professionalità, dove i giovani possano dire la loro, contribuire ad elaborare questa idea di una Latina più moderna, più inclusiva, più smart perché poi, tra qualche anno, saranno loro che dovranno portare avanti quello che imposteremo oggi. Semplicemente una città normale».