«Cinque azioni in cinque mesi», Celentano s'impegna con gli elettori
Cinque punti in cinque mesi. Matilde Celentano prende un impegno con gli elettori e lo fa in occasione della presentazione pubblica del suo programma elettorale, proprio quello in base al quale chiede il voto degli elettori. Un programma che, tengono a sottolineare tutti i rappresentanti dei partiti della coalizione, contiene una «visione della città seria, realizzabile e incentrata su sviluppo e crescita».
Ad illustrare i punti fondamentali sono stati i referenti delle cinque liste: Maurizio Guercio per Fratelli d'Italia, Vincenzo Valletta per la Lega, Stefano Cardillo per Forza Italia, Efrem Romagnoli per Matilde Celentano Sindaco e Alessandro Paletta per Udc. Un metodo di lavoro che continuerà anche al governo, in caso di vittoria alle elezioni del 14 e 15 maggio: le decisioni verranno discusse e condivise con gli alleati e con i cittadini, non saranno prese dall'alto. Come detto, Matilde Celentano si è presa un impegno: realizzare cinque punti del programma di governo in cinque mesi: cura del verde e ritorno dell'acqua nelle fontane storiche; il ritorno degli uffici anagrafe in centro; vigile urbano in strada; riapertura della Pinacoteca e del Procoio; Estate Latina, programma di eventi al lido e in città.
«L'idea di città che abbiamo immaginato – ha dichiarato Matilde Celentano - guarda alla indispensabile valorizzazione della conoscenza, di qualsiasi livello. La nostra attenzione sarà rivolta in primis alla formazione, dagli asili nido e fino all'università, vero portale d'ingresso nel mondo per i nostri giovani. Una città a forte vocazione universitaria garantisce fermento culturale, innovazione, ricerca e sinergia con le imprese e le aziende del territorio affinché sia volano di sviluppo economico, dunque fonte di benessere per la popolazione. Una popolazione di ragazzi per i quali, a Latina, si aprirebbero opportunità di studio, impiego e, di conseguenza, la possibilità di metter su famiglia e restare nel capoluogo. Un comune nel quale insistono una popolazione in crescita e attività prospere, diventa in breve un comune capace di investire sul proprio presente e sul proprio futuro, valorizzando le tantissime peculiarità che possiede per svilupparne le indiscutibili vocazioni. Oltre dieci chilometri di costa, il parco nazionale e i laghi costieri, unitamente alla fascia collinare e montuosa ricca di storia e tradizione, ci rendono attrattivi sia sotto il profilo turistico che quello imprenditoriale. Latina è una città con un territorio bellissimo che negli ultimi anni ha indossato un brutto vestito. Sta a noi disegnare l'abito che merita. Al centro del nostro progetto ci sono le persone, di qualsiasi età e di qualsiasi estrazione. Come riteniamo di dover tracciare percorsi in grado di generare opportunità future ai giovani, così abbiamo intenzione di lavorare sul welfare affinché le persone più fragili e avanti con l'età, possano vivere una dimensione umana e socialmente inclusiva. In definitiva un luogo dove vivere possa diventare un desiderio e non una condanna com'è ora».
Coletta: la «scuola social impact» degli spazi condivisi
Un progetto nel quale i plessi scolastici sono considerati come spina dorsale urbanistica da utilizzare 12 ore al giorno con il riuso pomeridiano anche per servizi e spazi studio. Una scuola finalmente trasformata e in grado di accorciare le distanze tra richiesta e offerta dei servizi è al centro di "Scuola social impact", il progetto lanciato dal candidato sindaco della coalizione progressista Damiano Coletta, che investe la cultura e la formazione ma anche gli ambiti dell'urbanistica e dell'edilizia. Un'iniziativa mutuata da un progetto nazionale che vuole trasformare gli edifici scolastici in spazi che erogano servizi, spazi studio e di coworking.
L'obiettivo è quello di "abbattere i muri" degli edifici concepiti come perimetro rigido, per riprogettare il concetto stesso di scuola, aperta alla cittadinanza, all'associazionismo, al terzo settore. «E' a partire dalla scuola che si può disegnare una città nuova. Occorre fare rete con le altre istituzioni per attrarre nuovi fondi europei – spiega Coletta – e andare verso una nuova edilizia scolastica, dai nidi fino agli istituti comprensivi. In Italia solo il 5% dei plessi scolastici è stato costruito negli ultimi 20 anni, la metà non ha certificato di agibilità e solo una piccolissima percentuale è costruita secondo le normative antisismiche.
Gli edifici andrebbero dunque rigenerati e rifunzionalizzati come centri erogatori di servizi, essendo gli unici ad avere una diffusione capillare che copre l'intero territorio, dal centro alle periferie cittadine. Il progetto Scuola social impact guarda alla scuola del futuro secondo il modello di Campus: plessi riqualificati con interventi di rigenerazione urbana e trasformati in hub di quartiere, che diventano la colonna dorsale di tutte le scelte legate all'urbanistica, aperti alla cittadinanza e fruibili almeno 12 ore al giorno attraverso l'utilizzo pomeridiano degli spazi per attività multidisciplinari». Anche l'istituzione scuola dunque può diventare esempio di economia circolare e civile. «Prima che 20 consiglieri di centrodestra sfiduciassero la città – continua Coletta – era stata avviata dalla passata amministrazione un'interlocuzione con l'architetto Alfonso Femia, vero ideatore di questo progetto. Volevamo portare a Latina questo esperimento già avviato anche in città come Livorno e Prato. Si tratta di un progetto in grado di trasformare un sistema fermo ormai da decenni e non più all'altezza delle esigenze della comunità. Spazi interni ed esterni e aule potrebbero diventare luoghi di coworking e di studio, luoghi in cui ospitare eventi, concerti e anche servizi legati al welfare. Non è un piano irrealizzabile. L'amministrazione può investire su questa trasformazione e al contempo intercettare nuovi fondi dell'Europa e contributi di Fondazioni e associazioni».