«Ho un sogno: tornare qui a Ventotene con la proposta del Manifesto per un'Europa Federale, sovrana, sociale, ecologica, approvata», dice Guy Verhofstadt, parlamentare europeo e già primo ministro del Belgio. Come lui quello stesso sogno, che discende dal Manifesto di Altiero Spinelli, ce lo hanno il gruppo di firmatari che ieri hanno formalmente donato al Centro di documentazione dell'Archivio storico di Ventotene la proposta che rivede parte del Manifesto del 1941 pur conservandone intatto lo spirito e gli ideali. C'è un'Europa federale che guarda all'attuazione dell'educazione civica europea, ai beni comuni dell'Europa (per esempio la sanità), alle nuove crisi climatiche, ai migranti. Il momento è solenne. La firma arriva alle 12 nella sala consiliare dove il sindaco, Carmine Caputo, promette: «Vi aspetto presto con il nuovo Manifesto». E rivendica la centralità, non solo simbolica dell'isola, nell'aggiornamento del celeberrimo manifesto di Spinelli. La proposta viene illustrata da uno dei principali promotori dell'iniziativa sull'isola, Domènec Ruiz Devesa, membro del Parlamento Europeo (S&D) e presidente dell'Uef, che auspica sia trovata una strada condivisa per approvare quello che è un documento sull'Europa del futuro nello spirito federalista di cui abbiamo ancora un gran bisogno. E' Antony Santilli, referente del Centro di ricerca e documentazione dell'Archivio storico di Ventotene, a ricordare questa «attualità» e l'importanza di continuare a parlarne nelle scuole, perché il «Manifesto è vivo e ci indica la strada dei valori europei». Nel corso della mattinata il parlamentare europeo è Presidente del Movimento europeo di Spagna, Francisco Aldecoa, a ricordare a tutti qual è stata la differenza, anche dopo la seconda guerra mondiale, tra i Paesi che potevano studiare, diffondere e aderire al Manifesto di Spinelli e quelli che non potettero farlo da subito; la Spagna fu tra questi perché c'era il regime di Franco e le idee non potevano circolare liberamente in Spagna. Parole che riportano indietro, a dove tutto è nato, dentro un confino politico. «La memoria è una parla bellissima ed è ciò che ci muove insieme all'esperienza e all'imitazione. - sottolinea nel suo intervento Piero Graglia - Ècco perché dobbiamo conservare le motivazioni da cui nacque il Manifesto di Ventotene che questa proposta vuole aggiornare per arrivare davvero ad un'Europa Federale che non è una confederazione. Quella è altro». Pietro Dastoli, Presidente del Consiglio Italiano è tra coloro che ricordano a tutti le frange sovraniste tra i Paesi europei e che, anche per questo la proposta del nuovo Manifesto va supportato sul maggior numero di forze possibili». Una comparazione tra le moltissime analogie dei due manifesti, quello proposto di riforma e quello di Altiero Spinelli, è stata fatta da Mario Leone, direttore dell'Istituto Altiero Spinelli con uno specifico richiamo alla creazione di «beni comuni europei» e di una comunità di cittadini che abbia accesso all'educazione civica europea, essenziale per sentirsi cittadini europei.
Tra i relatori anche Silvia Costa, parlamentare europeo per dieci anni ed ex commissario per l'attuazione del progetto di recupero del carcere di Santo Stefano, dove questa avventura democratica e civile e cominciata. «Spero che il recupero vada avanti - ha detto - anche se sono sette mesi che non si riunisce il comitato. Quel luogo ha una valenza civica straordinaria, di memoria, perché ci ricorda il periodo dei diritti negati».
Politica
A Ventotene la firma per un nuovo Manifesto dell'Europa
Ventotene - La consegna della proposta di modifica del Manifesto, aggiornato alle crisi ma con tutti i valori che lo hanno ispirato nel 1941.Devesa ha illustrato le linee principali