Il fatto
21.06.2025 - 17:31
“L’ex sindaco Damiano Coletta torna a parlare di “diritti” e “legalità”, ma lo fa – ancora una volta – con memoria selettiva. Nel difendere le 95 progressioni verticali dell’Azienda ABC, omette il punto più importante: quelle promozioni non potevano essere disposte senza il preventivo passaggio in Consiglio comunale. Non è un dettaglio. È la legge". Così, in una nota, i Capigruppo della maggioranza Cesare Bruni (Fratelli d’Italia), Vincenzo Valletta (Lega), Giuseppe Coriddi (Forza Italia), Alessandro Porzi (Lista Celentano) e Maurizio Galardo (Noi Moderati)
"Le progressioni verticali sono un diritto solo se rispettano l’iter previsto dalle norme. In questo caso, mancava il presupposto fondamentale: il via libera dell’organo consiliare. E lo sa bene anche Coletta, che oggi si erge a difensore dei lavoratori ma quando era sindaco ha evitato il confronto in Aula, eludendo il passaggio democratico obbligatorio".
"I lavoratori non c’entrano. Non sono loro nel mirino. Il problema è politico e amministrativo: chi governa non può decidere in solitaria su atti che incidono sulla spesa pubblica e sull’equilibrio dell’ente, e poi invocare legalità a targhe alterne. E se si parte proprio dalla sua affermazione finale – “con gli opportuni correttivi” – la risposta è semplice: il bisogno stesso di dover oggi correggere un piano che lui ha voluto e firmato è la prova evidente del suo fallimento".
"Nessuno discute la necessità di valorizzare le risorse umane. Anzi, è doveroso. Ma è stato proprio il modo in cui l’amministrazione Coletta ha gestito il tema – con sciatteria, fretta e superficialità – a mettere a rischio non solo l’equilibrio interno dell’Azienda, ma anche il futuro dei lavoratori e la qualità del servizio alla città. Le conseguenze della cucina amministrativa “alla Coletta” oggi ricadono su tutti. E rimetterle a posto non è una difesa della sua visione, ma la fatica di riparare i danni che ha lasciato. La maggioranza continuerà a chiedere chiarezza, rispetto delle regole e assunzione di responsabilità. Chi ha governato deve rispondere delle proprie scelte. Senza retorica, senza scorciatoie”.
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