«Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia». Sono le parole del discorso di Pericle agli ateniesi che Coletta scelse, nel primo consiglio comunale, per mettere un timbro alla sua visione di amministrazione. La libertà di scegliere senza vincoli di partito, il coraggio di cambiare nonostante le resistenze e di dare voce al cittadino. Un format che ha "bucato" lo schermo della città sintonizzata sulla vecchia politica per venti anni, raccogliendo un consenso di rottura trasversale a cui ora guardano con interesse una platea nazionale e la nuova politica. Erano appena nove mesi fa, ma se il sindaco civico raccoglie molte lusinghe all'esterno, in casa le cose si sono complicate con una opposizione che ha bussato dal Prefetto per ben due volte e una città che chiede con insistenza servizi migliori e risposte immediate.
Coletta, partiamo da quello che dicono di lei fuori dalla città. I media nazionali la chiamano spesso per raccontare la storia del suo successo elettorale e sembra che le abbia fatto la corte, politicamente parlando, l'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. E' vero?
Con Pisapia ci sono molte analogie nel modo di interpretare la pubblica amministrazione, di guardare alle energie che provengono dal basso. Confermo che voleva che avessi un ruolo di primo piano nel suo progetto: è una esperienza a cui guardo con curiosità e fa piacere essere stato tirato per la giacca dai partiti nazionali, ma ci si ferma a questo e resto a distanza, in coerenza con il mandato ricevuto dai cittadini.
Quindi nessuna tentazione dalla politica e, in particolare, dal centrosinistra?
Non ho tentazioni diverse (ride ndr), no… anche se dobbiamo guardare alle dinamiche nazionali. Come movimento siamo aperti per definizione ad una politica trasversale ai partiti e cercando di fare rete con sindaci con i quali ho identità di vedute, quelli di Rieti, Cerveteri, Parma, Messina. Non mi stanco di dire che Latina è un punto di riferimento per altre realtà, me ne accorgo dall'interesse che percepisco nei miei viaggi istituzionali. Latina non è più la città degli scandali giudiziari e del commissariamento ma quella che ha scelto un cambiamento radicale mettendosi sul binario della legalità.
L'intervista prosegue su Latina Oggi in edicola il 10 aprile 2017