"Inerzia, ignavia e totale menefreghismo. Questa è l'unica certezza ricevuta, dopo quattro anni, dal presidente della Regione Lazio che si ricorda della nostra provincia, delle sue imprese, dei suoi lavoratori solo in campagna elettorale": un attacco duro quello del consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone, nei confronti del governatore Zingaretti in merito a una questione molto delicata del sud Pontino, ossia il Mercato Ortofrutticolo di Fondi. "Il Mof di Fondi è la massima dimostrazione dell'assoluta incapacità di Zingaretti di governare e attenzionare il mondo reale, quello che produce, fatto di persone che si spaccano la schiena ogni giorno, che si rimboccano le maniche non solo per la propria sopravvivenza e quella delle imprese che rappresentano, ma anche per la tenuta dell'economia della provincia di Latina e del Lazio. In quattro anni, per le esigenze di circa 6000 persone, tra operatori ed indotto, di quella che rappresenta la seconda piattaforma logistica intermodale dell'agroalimentare in Europa, Zingaretti ha fatto meno di zero. E' scappato sottraendosi al dovere di nominare il presidente del consiglio di amministrazione del Mof, venendo meno ad un adempimento previsto dallo statuto di questa società alla quale la Regione Lazio partecipa con il 35% del capitale lasciando in questi quattro anni ed in uno dei momenti congiunturali più complessi per tutti i mercati italiani ed esteri, un gigante senza testa. Ha ignorato decine e decine di riunioni in cui a lui, in qualità di presidente della regione Lazio, si chiedeva di uscire allo scoperto. E quello che è più ignobile, è che mai, nonostante la totale disponibilità del Mof e degli operatori, a modificare lo Statuto, la compagine sociale, nonostante l'apertura mostrata su qualsiasi passaggio, è stato mosso un solo passo nei loro confronti. In questa fase di transizione, propedeutica al rilancio del Mof, non basta, seppure apprezzabile, la partecipazione degli assessori competenti in materia, all'ultima assemblea dei soci, se poi il risultato è quello di non decidere sul futuro del Mof. Quello che serve sono volontà e coraggio a non lasciar morire questa eccellenza. Lo stesso coraggio che non troviamo nelle deliberazioni, approvate in giunta il 29/03/17, riguardanti le società Mof ed Imof. Due atti nei quali si avanzano una serie di criticità che sono esattamente le stesse per la cui risoluzione gli operatori e i soci del Mof hanno chiesto, senza mai ottenere risposta, a Zingaretti di farsi parte attiva. Due atti nei quali si prende atto della crisi di impresa in cui innegabilmente versano, in cui si afferma che tali crisi debbano essere affrontate, per poi scaricare su altri la responsabilità di intervenire elencando le stesse misure che gli operatori del Mof hanno chiesto di condividere e mettere in atto insieme. Il Mof, oggi, senza risposte concrete da parte della Regione Lazio è destinato a soccombere. La Regione, al di là della partecipazione al capitale sociale del Mof, ha il dovere di pianificare ed intervenire, anche con strumenti straordinari, per fare in modo che una realtà economica, produttiva ed occupazionale di queste dimensioni non scompaia. In questo contesto, raccogliendo l'appello degli operatori, delle sigle sindacali, delle associazioni datoriali e dell'amministratore delegato del Mof, ho scritto una nota al presidente Zingaretti, agli assessori competenti in materia, Fabiani, Hausmann e Sartore, chiedendogli un'azione incisiva per la risoluzione dei nodi che in questi anni ne hanno rallentato e reso difficoltoso lo sviluppo. Chiedendogli di convocare urgentemente un incontro, alla presenza di tutti i soci di Mof Spa, per chiarire e verificare la posizione della Regione Lazio sul piano industriale indispensabile al rilancio del Mof di Fondi e nella riorganizzazione della sua governance, per condividere con loro obiettivi e soluzioni finanche, in ultima analisi, per dire loro che non si intende fare nulla per questa realtà. Esiste un mondo, che lavora, fuori dalle stanze della Regione Lazio, fatto di persone e non di numeri, che oggi è costretto a constatare che l'interlocutore che hanno di fronte non è il presidente di una Regione che vede nel Mof e nel suo indotto una risorsa da potenziare e valorizzare nell'interesse dell'economia della provincia di Latina e del Lazio ma solo un commissario liquidatore che rottama e non costruisce. Non si può restare inermi di fronte alla distruzione di una realtà così importante per l'economia della provincia di Latina e del Lazio e soprattutto alla cancellazione di ogni speranza di futuro dei suoi operatori. Se anche questo appello cadrà nel vuoto, come accaduto in precedenza, continuerò a restare al fianco degli operatori del Mof per mettere in campo qualsiasi azione possa garantire a questa eccellenza non di sopravvivere ma di crescere e di essere valorizzata".