E' stato, per distacco sugli altri, il protagonista assoluto della seduta di Consiglio comunale di giovedì. Matteo Adinolfi ha trasformato il suo intervento in un vero e proprio show, ha attaccato a destra e a manca, ha preso le distanze dall'opposizione di centrodestra ma anche dalla maggioranza targata Latina Bene Comune. E per far ciò ha usato parole che sembrano macigni. «Mi vergogno di aver appoggiato il centrodestra a giugno, ma mi vergogno anche di voi – ha detto rivolto a Lbc - Sono 10 mesi che state qua, da adesso è colpa vostra. Vi vantate che c'è avanzo di cassa, non me ne importa nulla dell'utile di cassa. Mi vergogno che nel 2017 i consiglieri comunali taglino l'erba perché l'amministrazione non è in grado di garantire il servizio, non è così che si amministra la città».
Un fiume in piena che il giorno dopo conferma tutto e spiega. «Ho voluto prendere pubblicamente le distanze dai coordinatori provinciali di Forza Italia e Fratelli d'Italia - afferma il leader provinciale di Noi con Salvini - perché non mi sento più in linea con loro. Ho scoperto in questi mesi di amministrazione i danni, le rovine che hanno lasciato quando erano alla guida della città. Non posso condividere nulla più con loro». Altro tasto dolente è quello delle provinciali di qualche mese fa. «Sono stato coinvolto, mi hanno fatto aderire alla lista, poi non mi hanno sostenuto, senza avvertirmi». Insomma comportamenti decisamente poco "da coalizione".
Il consigliere di Noi con Salvini fa un passo indietro e ragiona così: «L'anno scorso ho provato a fare da mediatore, a rimettere insieme i cocci della coalizione. Ma il centrodestra e in particolare Forza Italia e Fratelli d'Italia, hanno consegnato la città alla sinistra e a Latina Bene Comune. Io non posso avere nulla a che fare con loro. Non più». Ma non è certo un'apertura a Coletta, anzi. «Latina Bene Comune ha riportato in pochi mesi la città indietro di almeno 20 anni. La bandiera blu? La dovremmo strappare. Dovremmo dare ai cittadini un mare che funziona e dopo due anni non abbiamo neanche i chioschi a sinistra. La responsabilità politica è anche di Lbc». Adinolfi è coordinatore provinciale di Noi con Salvini quindi lo strappo ha anche un peso molto più importante. Ma ci sono margini per ricucire? «Se si azzera tutto e si riparte da persone nuove, diverse. Sono disposto a farlo anche io. Calvi, Calandrini e Tiero rappresentano tre partiti diversi ma hanno una comune discendenza: sono tutti figli di Forza Italia e come tali non possono rappresentare la destra di questa città. Forza Italia che a Formia invece di sfiduciare un sindaco del Pd, ci si allea. Ma siamo impazziti? Hanno mandato a casa due sindaci consecutivi a Latina e uno a Terracina, tutti espressione del centrodestra. Con la sinistra, invece amministrano insieme? O fanno chiarezza o ognuno per conto proprio».