Giunta, promossi e bocciati dopo il primo anno di Lbc. Chissà se vedremo la giunta Coletta tagliare il traguardo dei cinque anni con la stessa composizione di oggi. Perché se il sindaco sa, da ex calciatore quale è, che "squadra che vince non si cambia" conosce anche la regola declinata al contrario: in campo, se i giocatori non funzionano e manca il gioco di squadra, arrivano le sostituzioni per riequilibrare un risultato che rischia di pregiudicare la partita. A dispetto dei report mandati dal Comune, legittimi ma ovviamente "ombelicali" e con giudizi autoprodotti (c'è chi si spinge a definire "brillanti" qualche risultato), nel bilancio di un anno di amministrazione le responsabilità di una parte di giunta emergono ben chiare ed il rimpasto è più di una semplice voce che serpeggia da tempo anche all'interno di Lbc. Dopo 12 mesi ci si può spingere a dire come il primo cittadino che ha sfrattato il centrodestra avrebbe potuto chiedere scusa molto meno frequentemente con scelte più oculate e programmate su settori che gli assessori avevano il compito, se non di migliorare nel poco tempo disponibile, almeno di movimentare. Ci si aspettava decisamente di più da Roberto Lessio, Felice Costanti, Gianfranco Buttarelli e Antonella Di Muro che tra ambiente, lavori pubblici, urbanistica, marina, economia e cultura detengono il cuore della città: sono apparsi i più discontinui.
I BOCCIATI
Roberto Lessio, autogol sull'ambiente
Lessio scrive nel suo report alla voce "cosa abbiamo trovato" che "la città era invasa dalla spazzatura". Ma è la stessa dicitura che dimentica di mettere alla voce "cosa è stato fatto". La città era sporca e sporca è rimasta e il controllo è sfuggito di mano con troppe gare avviate in ritardo. Ha ben fatto ad istituire il tavolo del decoro urbano (anche se quello del bosco Cucchiarelli è finito tra gli improperi) e a procedere tra forestazione urbana e orti sociali. Però sia in città che sul litorale è mancato il decoro "reale", non quello a parole, tra erba alta, disinfestazione tardiva e fontane monumentali (per cui aveva stanziato i soldi Barbato) rimaste senza interventi. Su tutto piazza del Popolo sciatta e trascurata per mesi, emblema di una città che doveva solo abituarsi al "bello". Sui rifiuti si segue la strada dell'azienda speciale ma esponendo il Comune a nuove proroghe, bacchettate anche dall'Anac.
Costanti e le colpe degli altri
La politica è prima di tutto chiarezza sugli obiettivi da raggiungere e poi assunzione di responsabilità. Ma per Felice Costanti le colpe sono degli altri. Nel report le attribuisce sottilmente ai dirigenti che non ci sono (eppure ci si è avvalsi di Doria che veniva dal Ministero dello Sviluppo economico) e alle criticità di sede e personale. Tutto viene definito "lento e faticoso" ma si tacciono diverse sviste: la mancata partecipazione di Latina al bando Reti di impresa per una "pec non partita", il pasticcio delle casette di Natale, la questione spinosa della ztl con un osservatorio parcheggiato per mesi, la vicenda in stand by del mercatino di via Verdi. Le attività produttive sulla marina sono un altro tasto dolente: è stato attivato il mercatino di Foceverde e si è lavorato sui regolamenti, questo sì, ma la delibera per la destagionalizzazione per la marina è stato un buco nell'acqua, l'ordinanza balneare ha di fatto estromesso dalle spiagge gli ambulanti regolari, la vicenda del bando dei chioschi ha desertificato il tratto Rio martino per il secondo anno.
Di Muro, inciampi tra cultura e sport
E la cultura? Doveva essere il segno distintivo della gestione Coletta, nelle scelte e nei luoghi, dopo anni di vacatio legis: troppo poco quanto visto con una Di Muro sicuramente rivedibile e con l'attenuante dei pochi fondi (da gestire meglio anche il fronte dello sport con le assegnazioni di impianti sportivi e campi ancora bloccati) e che dovrà spiegare meglio le scelte sulla privatizzazione del teatro. Ancora molto da fare sui musei: ci si è fermati alla cittadinanza onoraria all'archeologa Gnade ma nessun passo in avanti è stato fatto per l'iter di istituzione del sistema museale di Satricum. Tolta la rassegna storica Lievito e qualche buona collaborazione con la Pro Loco si sono viste troppe iniziative di nicchia e una gestione degli spazi pubblici più da associazione che da amministrazione.
I PROMOSSI
Giulio Capirci
Ha sostenuto senza soccombere il compito più gravoso: far emergere le carte di decenni di inconcludenza sulle partecipate e le grandi opere fallimentari. Sulla metro scelta diretta, carte alla mano: è la prima volta dopo 12 anni di agonia. Coraggioso
Paola Briganti
Il vicesindaco tiene il punto con l'assessorato alla legalità: ha lavorato su trasparenza e regolamenti dando un primo avvio: la strada è quella giusta ma sul fronte di partecipazione e visibilità bisogna aprire più varchi.Concreta
Patrizia Ciccarelli
Ruvida per molti, ha messo a tacere i detrattori (del marito) distinguendosi per le scelte dirette in un settore che conosce dall'interno. Ha portato a dama il bando dei servizi sociali in poco tempo salvando le maestranze. Diretta
Cristina Leggio
La più giovane e con un assessorato da costruire, l'Europa, fondamentale per intercettare fondi pubblici. Gran lavoro sul bando delle periferie (su cui si gioca le carte migliori) e sui rapporti con l'università e i giovani. Strategica
Antonio Costanzo
Aveva il compito madre: mettere mano all'organizzazione e al personale di un Comune sfiancato da anni di malagestione. Buona tenuta ma troppi gli incarichi ad interim assegnati su dirigenti sfibrati e senza mettere seriamente mano al problema dell'ufficio gare. Nei anche nella gestione dell'anagrafe e delle situazioni più critiche. Rivedibile